Transizione energetica e gestione rifiuti: la Basilicata sonnecchia

Programmazione a rilento, mentre persiste il gap impiantistico e i gestori delle discariche fanno profitti

La transizione ecologica ha nell’economia circolare la sua priorità nazionale. Cosa si sta facendo in Basilicata? A ben guardare, il nostro contributo in chiave nazionale è chiaramente insufficiente.

L’Unione Europea ha progressivamente aumentato il proprio impegno sulla promozione dell’Economia Circolare. Il nuovo Circular Economy Action Plan (marzo 2020) fissa per il 2035 una serie di obiettivi: effettivo riciclo di rifiuti urbani al 65%; riciclo dei rifiuti di imballaggio al 75%, con obiettivi diversi per singolo materiale; conferimento di rifiuti in discarica inferiore al 10%, con divieto di conferire rifiuti differenziabili. Con riferimento a quest’ultimo obiettivo, il posizionamento dell’Italia è ancora lontano attestandosi nel 2019 al 20,9%.

In base agli ultimi dati disponibili (anno 2019, su ISPRA 2020), in Basilicata:

Il ricorso alla discarica è ancora elevato: l tasso di conferimento in discarica è al 25% (media nazionale il 20,9%), al 12° posto su venti regioni anche più della Campania, ben oltre il target di conferimento in discarica fissato dall’UE al 10%, entro il 2035; Nell’arco massimo di tre anni, la capacità residua delle discariche sarà esaurita anche in Basilicata;

Siamo la terzultima regione per raccolta differenziata: al 2019, il 49% (pari al 61,3% in Italia), indietro di molti anni rispetto al raggiungimento dell’obiettivo del 65% di raccolta differenziata posto per il 2012. Per raggiungere, anche in Basilicata, l’obiettivo di effettivo riciclo del 65% occorre avere un tasso percentuale di raccolta differenziata che si aggira, almeno, intorno all’80%. Il che vuol dire, soprattutto, raccogliere e trattare tutta la quantità di frazione organica prodotta.

Accusiamo un grave gap impiantistico per il trattamento della frazione organica: impianti zero, che vuol dire -75mila tonnellate non trattate in regione, esportazione di frazione organica in impianti fuori regione, a costi elevati ed un notevole carico inquinante per la percorrenza dei mezzi di trasporto su distanze medio-lunghe. Quindi necessario attrezzare la regione con impianti di compostaggio, al posto delle mezze misure ad oggi utilizzate per affrontare questo problema.

Il trattamento della frazione organica ha un forte potenziale di produzione di biometano. Se lo facessimo anche in Basilicata daremmo il nostro contributo alla decarbonizzazione. La realizzazione di impianti per il trattamento della frazione organica determinerebbe un beneficio economico, con riduzione dell’imposta sui rifiuti per le famiglie, proprio in regioni come la Basilicata, che tra le sette regioni del Centro-Sud presenta un tasso di raccolta differenziata inferiore al 55%.

Anche in Basilicata occorrerebbe colmare, quindi, il gap impiantistico per un’efficiente gestione del ciclo dei rifiuti, così da contribuire anche noi alla riduzione delle emissioni di CO2 nello scenario nazionale della transizione energetica alle fonti rinnovabili.

Manca la pianificazione impiantistica in un quadro di programmazione regionale della gestione dei rifiuti, che funga da orientamento ed indirizzo per qualificati investimenti nell’economia circolare. Questa programmazione può e deve trovare la sua completa traduzione in un Piano d’Ambito, che EGRIB* (Ente di Governo per i Rifiuti e le Risorse Idriche della Basilicata) ritarda da anni a predisporre nonostante sia previsto dalla L.R. n. 35 del 2018. Un Piano che adotti l’indispensabile visione di sviluppo ed innovazione necessarie nel settore dei rifiuti che oggi manca a questa regione, per rispondere positivamente alle sfide dell’economia circolare in termini di accelerazione sul riciclo e di adeguata crescita impiantistica.

L’economia circolare può essere effettivamente realizzata, soprattutto in Basilicata, solo con un vero e proprio salto di competenze, capacità programmatoria e qualità gestionale delle risorse umane nei Comuni, nelle istituzioni locali, nella Regione, nelle imprese, nelle figure professionali di settore, in vista dei processi di transizione verso una “società del riciclo e della valorizzazione energetica” che solo lo sviluppo di avanzate forme di integrazione e collaborazione può guidare e realizzare. In un dialogo continuo tra istituzioni, imprese, comunità locali, cittadini.

*EGRIB (Ente di Governo per i Rifiuti e le Risorse Idriche della Basilicata), secondo la L.R. n. 1 del 08.01.16, ha competenze nel governo della gestione integrata dei rifiuti, attraverso il Piano d’Ambito: definizione aree territoriali omogenee per ottimizzare la gestione dei rifiuti secondo i dettami dell’economia circolare (chiusura del ciclo dei rifiuti), individuazione/localizzazione impianti rispetto ai fabbisogni delle aree territoriali, tariffe impianti, aggiudicazione servizi con gare, stipula accordi e intese, ecc.). Con L.R. n. 35 del 16.11.18 (recante disposizioni di riordino normativo in materia di rifiuti), a cinque anni ormai dall’approvazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR), sono stati affidati all’Ente precise funzioni di organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti (art. 6), che per la gran parte dovranno/potranno essere esercitate a seguito di emanazione di indirizzi e definizione di criteri specifici da parte della Regione, in particolare nella elaborazione del Piano d’Ambito.