Il Sud continua a perdere i giovani

Summa: “Senza scelte nette e un piano straordinario per l’occupazione al Sud, a partire dalle pubbliche amministrazioni, non potrà esserci futuro: assisteremo ad una desertificazione inarrestabile”

“Il Sud continua a perdere i giovani. Numeri impietosi ci dicono che oltre 70mila giovani nel 2019 sono andati via dal Meridione a causa della mancanza di lavoro. Una fotografia inquietante della situazione del Mezzogiorno, un dramma economico con conseguente emigrazione di giovani”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa.

“Il focus – continua Summa – oltre ai temi ormai storici che penalizzano da sempre le regioni del Mezzogiorno, burocrazia, micro-illegalità diffusa, accessibilità, si concentra soprattutto sul tema della disoccupazione e sulla scarsa produttività. In modo specifico la mancanza di lavoro, che incide fortemente sulla scarsa possibilità di risiedere, spinge verso l’emigrazione. Lo spopolamento giovanile rappresenta un fenomeno grave che sta caratterizzando il Sud Italia. Il dibattito pubblico sul Mezzogiorno d’Italia, anche nel contesto di Next Generation EU, ha rivolto l’attenzione verso un auspicato processo di riforme che mirano, in generale, a una migliore utilizzazione del capitale produttivo e umano, oltre che a un incremento delle dotazioni quantitative e qualitative dei medesimi, rimasto di fatto solo un auspicio”. Per Summa “il vuoto che vive tuttora il Mezzogiorno è dovuto principalmente alla mancanza di rappresentanza politica. Il punto di partenza per un piano occupazionale – afferma il segretario generale della Cgil lucana – non può che essere la pubblica amministrazione, desertificata negli ultimi 20 anni da tagli e patto di stabilità.

La mancanza di personale nel settore del pubblico impiego è diventata l’emergenza più importante, non solo per dare una risposta ai giovani, rigenerare la pubblica amministrazione ed efficientarla, ma soprattutto ricostruire la presenza dello stato nel Mezzogiorno, rafforzando i servizi per i cittadini e a sostegno dello sviluppo. In Regione Basilicata abbiamo organici ormai dimezzati in tutti gli enti in entrambi i capoluoghi di Potenza e Matera. Per non parlare della drammatica situazione dei comuni lucani: in molti casi c’è solo un dipendete e segretari comunali su più Comuni, fino a sei contemporaneamente. La riforma incompiuta delle Province, poi, ha lasciato alcune deleghe importanti senza che vi sia personale.