La doppia morale è l’ultimo “refugium peccatorum” della maggioranza destroleghista lucana

"Invece di rispondere nel merito rispetto alle questioni che via via vengono poste, accusano sovente le minoranze politiche e le rappresentanze sociali di doppiopesismo"

La doppia morale è l’ultimo “refugium peccatorum” della maggioranza destroleghista lucana. Politici e pensatori della “ragion pratica” seduti in Consiglio regionale, a cominciare dal Presidente Bardi, invece di rispondere nel merito rispetto alle questioni che via via vengono poste, accusano sovente le minoranze politiche e le rappresentanze sociali di doppiopesismo. E’ quanto dichiara il Capogruppo regionale del Partito democratico Roberto Cifarelli. Tutto ciò è tipico di chi pratica la fuga dalle responsabilità come strategia difensiva, e magari prendersela a male se qualcuno lo fa notare .

Responsabilità. Si, questo termine ormai desueto, è la parola chiave che permette la interpretazione degli accadimenti politici degli ultimi anni. E non mi riferisco a fatti particolari ma, alla scadente cifra complessiva di cultura amministrativa che questa classe di governo regionale esprime. La responsabilità è la congruenza con un impegno assunto o con un comportamento, in quanto importa e sottintende l’accettazione di ogni conseguenza. La capacità di governo – continua l’esponente Pd – si misura dalla capacità di prendere decisioni e quindi fare scelte le cui conseguenze nel bene e nel male ricadono innanzitutto sulla collettività e poi inevitabilmente su chi quelle decisioni le ha assunte. E, consentitemi, risulta politicamente infantile scaricare gli eventuali imbarazzi, causati da scelte sbagliate, sull’inesorabile destino .

Sin dall’inizio della legislatura (due anni e otto mesi fa) – aggiunge Cifarelli – la Comunità lucana sta assistendo al moralismo di chi per anni dai banchi dell’opposizione sbraitava ad ogni piè sospinto denunciando nefandezze di ogni tipo ed oggi acquattato in qualche assessorato approva qualsiasi provvedimento oppure chi, dall’esterno del Palazzo, denunciava comportamenti censurabili ed oggi si comporta allo stesso modo approfittando di quel quarto d’ora di popolarità che la politica (con la p minuscola) non nega a nessuno. Oppure alle tante “omelie” del Presidente Bardi sul cambiamento che abbiamo ascoltato.

Sin dalla relazione programmatica di insediamento Bardi dichiarava solennemente: Il cambiamento, però, non è la rivoluzione. È un processo più profondo che deve incidere nei comportamenti, nell’azione amministrativa, nella quotidianità. Ed è per questo più lungo e duraturo.” Fino a qualche settimana fa quando con altrettanto pathos ricordava a tutti che: “ Chiunque ha un ruolo pubblico – e non mi riferisco solo a questo consiglio regionale – ha il dovere di essere esempio. È un principio e un valore che deve valere per tutti coloro che rivestono ruoli pubblici nella nostra Basilicata. È una questione di etica e anche di estetica pubblica” . Parole in libertà che non sono state seguite da atti e comportamenti consequenziali e, per rimanere nella metafora ecclesiastica, hanno contribuito ad allontanare i fedeli dalla Chiesa. E la vicenda relativa alla censura avverso il Direttore Generale dell’Arpab è solo l’ultimo episodio in ordine di tempo di come i buoni propositi stancamente enunciati vengono disattesi dai fatti solo per compiacere gli amici di maggioranza.

Pertanto, pare evidente che la doppia morale agitata da alcuni – conclude il Capogruppo regionale Pd – ricorda tanto quelle pubbliche virtù e quei vizi privati di una certa borghesia piccola piccola sempre pronta a predicare bene e a razzolare male. Coltivando col tempo un pruriginoso perbenismo di facciata. Voi che utilizzate strumentalmente tale argomento fareste meglio a dare conto alla società lucana di quel poco che avete fatto finora e prendervi la responsabilità delle vostre azioni. Lasciate perdere le categorie dello “spirito” che proprio non vi appartengono.