Petrolio Val d’Agri, il monitoraggio fantasma dell’Istituto Superiore di Sanità

Che fine hanno fatto i famosi “eccessi di mortalità” correlati alle attività estrattive? E Perché la Regione Basilicata si sveglia soltanto adesso?

Funziona così. Qualcuno fa un’indagine epidemiologica sull’impatto sulla salute delle estrazioni petrolifere di Eni in Val d’Agri e subito sorgono dubbi, problematiche scientifiche, ipotetiche incongruenze metodologiche. E allora che si fa? Un altro studio realizzato da altri soggetti. Ma anche in questo caso ci sarebbero problemi, incongruenze, ecc. Allora che si fa? Si affida all’Istituto Superiore di Sanità un monitoraggio “serio e scientificamente inconfutabile per verificare lo stato dell’arte e registrare la verità”.

Tuttavia di quello studio dell’ISS nato da un accordo, del 2018, con la Regione Basilicata, si perdono le tracce, nonostante  i fondi previsti di circa 1 milione di euro. Lo leggiamo questa mattina sul Quotidiano del Sud-edizione Basilicata: “Roma ignora il dossier su malattie e petrolio: allarmi insabbiati – Stracciata l’intesa Regione-Iss sui rischi delle estrazioni di Eni in Basilicata. E la giunta Bardi revoca il milione di euro stanziato da Pittella”.

A quanto riferisce il Quotidiano, l’ISS a distanza di tre anni, non ha consegnato alcunché e la Giunta regionale venerdì scorso ha preso atto del mancato espletamento del progetto di ricerca e annullato lo stanziamento previsto nel 2018.

E dunque non è dato sapere che cosa sia accaduto sul piano sanitario in tutti questi anni nel territorio della Val d’Agri. Che fine hanno fatto i famosi “eccessi di mortalità” correlati alle attività estrattive?