Sanità in Basilicata. L’assessore Leone naviga a vista, ma a naufragare sono i cittadini

La persona morta a Stigliano non è un incidente di percorso, non basta il cordoglio o una tirata d’orecchie a “ignoti“ referenti dell’Asp

Accade a Stigliano, il 22 novembre scorso. Una persona viene colpita da un malore, qualcuno chiama l’ambulanza che arriva dopo 80 minuti, con a bordo autista e infermiere. Non c’è il medico. Quella persona muore. Forse sarebbe morta ugualmente, ambulanza o meno, medico o non medico. Tuttavia non possiamo saperlo. Umanamente vogliamo credere che si sarebbe salvata. Saranno le autorità competenti ad accertare i fatti, se qualcuno prenderà sul serio la faccenda.

Resta l’episodio grave di un mezzo di soccorso di emergenza urgenza che tarda di quasi un’ora l’arrivo sul posto, con l’aggravante di non avere il medico a bordo. Inaccettabile.

Così come è inconcepibile l’uscita sulla stampa dell’assessore Rocco Leone il quale dopo le solite tiritere retoriche e inconcludenti, candidamente dichiara “il cordoglio per la morte dell’uomo di 72 anni avvenuta a Stigliano”. Non solo “si è impegnato a sollecitare i referenti dell’ASP – responsabile del servizio 118 – per evitare che si ripetano eventi simili, in alcun modo giustificabili.”

L’assessore Leone, anziché annunciare un’inchiesta interna sull’accaduto per verificare e accertare le responsabilità di chi ha avrebbe commesso omissioni o errori intollerabili, “si impegna a sollecitare”. Anziché chiedere scusa per quanto accaduto e sollecitare eventualmente altre autorità ad accertare le responsabilità, si augura che “eventi simili non si ripetano”. E se è vero come egli dice che “non sono giustificabili in alcun modo” ci saremmo aspettati una reazione più decisa.

L’ospedale sotto casa a Stigliano non ha salvato una vita. La persona deceduta aveva diritto a ben altro, per salvaguardare la propria salute e salvare la propria vita. Aveva diritto a un servizio sanitario che funzioni, a un pronto soccorso degno del ruolo di emergenza. Le cosiddette periferie della regione sono in balìa di un servizio sanitario arrangiato, rattoppato come il vestito di Arlecchino: qualcosa di qua qualcosa di là, un contentino da una parte una copertina dall’altra. Tutto questo non è più tollerabile. Si naviga a vista, ma a naufragare sono i cittadini.