Ma davvero il 13 dicembre è il giorno più avaro di luce?

Per comprendere perché la tradizione popolare ha collocato il giorno più corto nella festività di Santa Lucia, bisogna ripercorrere la storia del calendario.. A quanto pare il primato spetta al 12 dicembre

Un vecchio adagio popolare dice che a Santa Lucia si ha il giorno più corto dell’anno e anche quest’anno in rete sono apparse varie spiegazioni, alcune alquanto veritiere, molte abbastanza imprecise e alcune decisamente errate. È il caso quindi di fare un minimo di chiarezza.

Nel nostro calendario, il calendario gregoriano, il giorno con il periodo di luce più breve cade al solstizio d’inverno, il 21 dicembre, e può slittare al 22 per effetto dell’introduzione del giorno bisestile ogni quattro anni. In questo 2021 il solstizio invernale cadrà il giorno 21, mentre nel 2023 cadrà il giorno 22, alle tre del mattino circa.

Per comprendere perché la tradizione popolare ha collocato il dì più corto al 13 dicembre, festività di Santa Lucia, bisogna ripercorrere la storia del calendario, partendo dalla durata dell’anno stabilita nel 45 a. C., quando a Roma governava Giulio Cesare. Allora fu calcolata una durata dell’anno di 365 giorni e 6 ore esatte, con una differenza rispetto al dato reale di poco più di undici minuti: l’anno solare o tropico, infatti, misura 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Questa piccola differenza, accumulandosi anno per anno, porta ad uno sfasamento di un giorno dopo 128 anni. Quindi, per mantenere il calendario allineato con gli eventi astronomici dei solstizi e degli equinozi bisognava sottrarre un giorno ogni 128 anni, cosa che non era prevista nel calendario giuliano.

L’altro fatto storico da tener presente è avvenuto nel 325 d. C. quando il Concilio di Nicea stabilì la regola per la determinazione della Pasqua e, nello stesso tempo, fissò la data dell’equinozio di primavera al 21 marzo e, di conseguenza, fissò anche gli altri punti astronomici di riferimento. Nei secoli a seguire la data dell’inizio della primavera restò fissa nel calendario al 21 marzo, indipendentemente dall’evento astronomico dell’equinozio, che invece anticipava di un giorno ogni 128 anni per affetto dell’errata misura dell’anno. Di conseguenza anche il solstizio invernale anticipava. È questo sfasamento tra il moto apparente del Sole e la misura del calendario che portò alla riforma gregoriana nel 1582.

In quale epoca, allora, il dì più corto cadeva al 13 dicembre? Da facili calcoli si ricava che questo è successo nel XIV secolo e all’inizio del successivo. È in quel periodo quindi che deve essere stato associato il giorno più corto alla santa festeggiata il 13 dicembre, Santa Lucia. Il proverbio all’epoca coniato metteva in evidenza un fatto reale che si ripeté per più di un secolo; poi, continuando lo sfasamento tra il calendario e il moto apparente del Sole, il solstizio anticipò ancora di un giorno, passando al 12 dicembre. Una testimonianza di tale fatto si trova in uno scritto del 1477 di uno studioso di Balvano (Potenza), un certo Cristiano Proliano, che riporta la durata dei dì di un intero anno misurati da Napoli. Analizzando i sui meticolosi e precisi dati si ricava infatti che il giorno più corto, nella seconda metà del XV secolo, era il 12 dicembre e che, quindi, già in quell’epoca il proverbio era fuori tempo. Lucio Saggese