Transizione ecologica, “necessario programma economico di incentivi”

Lo sostiene Europa Verde Venosa in una nota

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Europa Verde-Venosa sui cambiamenti climatici.

“Non c’è e non è più tempo per le polemiche tra Stati, per conflitti tra esperti spesso portatori di interessi e perciò non obbiettivi, per indugi. L’epoca geologica attuale è definita “antropocene”, perciò un fatto è certo: la crisi ambientale è stata innescata e accelerata dalla specie animale che in modo del tutto autoreferenziale si ritiene la più intelligente e sta distruggendo il Pianeta Terra. E’ necessario agire ora, qui, perché non abbiamo un Pianeta di riserva (David Remnick).

Nonostante i numerosi appelli che si levano quotidianamente, l’interesse sul tema sembra essere assorbito dal mero e assai sterile dibattito intorno alla questione, il cui unico effetto è lo stallo dell’agire. E’ l’immobilismo sostenuto da interessi economici e finanziari colossali che sostengono ancora il fossile come fonte di energia. A sostenere la distrazione, nel dibattito si è riaffacciato il nucleare. Qualcuno lo definisce “green” per renderlo più gradevolmente accettabile; qualcun altro ne sostiene l’indispensabile soppressione determinante alla soluzione del problema, senza considerare che, se avvenisse, ci sarebbe una riduzione di solo il 30% delle emissioni di CO2. Il tutto è condito con un diffuso negazionismo della cui buona fede legittimamente dubitiamo. Quindi, l’ostacolo più grande è rappresentato dalle lobby del petrolio e del gas che non hanno alcun interesse verso l’energia rinnovabile. Così l’emergenza climatica si aggrava quotidianamente e necessita di interventi immediati per bloccarla prima e invertire la rotta poi.

Assai scarsa è l’attenzione all’alimentazione con l’elettrico a cui i governi sembrano dedicarsi molto poco. Quali effetti hanno concretamente prodotto le norme d’incentivazione del fotovoltaico come alimentazione delle fonti d’energia sia industriali che civili? Da un lato, il numero di imprese è insufficiente a far fronte alla domanda; dall’altro, il prezzo dei materiali è schizzato alle stelle e ora è ancor più sotto pressione a causa della depressione economica causata dalla così detta ‘pandemia’, dall’aumento generale dei costi dell’energia e dalla ripresa dell’inflazione che, da valori intorno allo zero o addirittura negativi di alcuni anni fa, alle fine del 2021 si è attestata al 4% circa. Anche qui si sta formando una lobby?

E’ indispensabile un programma economico che incentivi e sostenga la riconversione e la ristrutturazione delle aziende e che, per esempio, prenda in considerazione il recupero e la conversione al fotovoltaico dei patrimoni urbani, anche storici. La transizione dei combustibili fossili alle fonti rinnovabili creerebbe decine di milioni di posti di lavoro in tutto il mondo.

Secondo Elizabeth Kolbert, ci si prospetta la sesta estinzione di massa entro il secolo e la definitiva estinzione di metà delle specie viventi. A tacere del fatto che l’emergenza e i cambiamenti climatici sono portatori di disuguaglianze: Stati Uniti, Canada, Europa, Russia, Giappone e da qualche decennio anche la Cina, sono i responsabili di quasi l’80% delle emissioni di CO2 accumulate dall’inizio dell’epoca industriale. Le conseguenze però le paghiamo tutti indistintamente.

Il riscaldamento globale potrebbe causare nel 2050 un conflitto mondiale. Già in Siria e Corno d’Africa la causa latente delle guerre è la siccità, la crisi idrica; analogamente in altre parti del mondo l’instabilità politica ha causa nei cambiamenti climatici in atto e nei loro già attuali effetti. I cambiamenti climatici e l’emergenza idrica sono le vere causa delle migrazioni di massa in atto ormai da decenni. Manca poco perché divengano causa di guerre sempre più diffuse.

Francesco Topi e Francesco Castelgrande Europa Verde – Venosa