Basilicata, le periferie degli affarucci: furberie e ruberie all’ombra della quiete e dello spopolamento

I piccoli paesi, frontiere ai “margini del mondo”, dove agiscono indisturbati gruppi locali di potere che fanno il bello e cattivo tempo in ogni settore

A parte le città più grandi dove magari gli episodi di malaffare sono più eclatanti e spesso scovati dalla magistratura; a parte il mondo che ruota intorno alle istituzioni regionali su cui è più semplice puntare i riflettori, esiste una zona grigia a macchia di leopardo dove il piccolo e grande malaffare agisce all’ombra dell’emarginazione. Parliamo dei piccoli paesi spesso dimenticati dai media, dove mai nulla accade, dove prevalgono il silenzio, la quiete, l’indifferenza e l’emigrazione giovanile. Territori rassegnati alla loro apparente agiatezza, magari stravolti dalla presenza di imponenti ed estranei insediamenti industriali. In alcune di queste realtà sopravvive un mondo di furberie e ruberie che si mimetizza nella lontananza.

Concorsi, trasferimenti e mobilità del personale

“L’idoneo non vincitore in un concorso pubblic vanta una situazione soggettiva non di diritto al posto di lavoro, ma di mera aspettativa all’assunzione, atteso che la P.A. conserva un’ampia discrezionalità ed ha una semplice facoltà, non un obbligo, di procedere allo scorrimento della graduatoria.” Ma può anche verificarsi l’ipotesi che sia un altro Comune ad attingere dalla graduatoria degli idonei del Comune in cui si è svolta la selezione. Lo consente la legge. Questo meccanismo tuttavia si presta a soggettività stravaganti se non addirittura a veri e propri abusi mascherati dietro la norma.

La legge morale e della trasparenza non consente, per esempio, che nel giro delle assunzioni e dei trasferimenti da un municipio all’altro o da un ente pubblico qualunque ad una altro qualsiasi, si apra un circuito di clientele e favoritismi per figli, nipoti, fidanzati, parenti, amanti e affini.

Il gioco del circuito dei favori diventa più facile in presenza di un segretario comunale che esercita le funzioni in più Comuni. In tal caso potrebbe essere lui il conduttore della giostra: lui gestisce i concorsi, le graduatorie e costruisce le “basi giuridiche” e le procedure amministrative “legittime” per far assumere tizio o caio al Comune pinco pallo attingendo dalla graduatoria del Comune pallo pinco. Sia nel primo municipio sia nel secondo il nostro conduttore fa il segretario comunale, oltre a farlo anche in altri Municipi: circostanza che estende il parco delle opportunità.

E poi c’è la mobilità, meccanismo di trasferimento di personale da un ente all’altro regolato da una legge dello Stato. Anche questo aggeggio giuridico può essere fonte di favori e clientele. Ti faccio trasferire dal Comune X al Comune Y così si libera un posto a disposizione per trasferimento dal Comune Z al Comune X. La legge dello Stato non prevede però che questo meccanismo sia un modo per favorire amanti, fidanzati, parenti, nipoti, compagni, conviventi, amici e amici degli amici.

Un sistema “creativo” di piccola corruzione

Senza fare di tutta l’erba un fascio, questa sarebbe la storia quotidiana di tanti piccoli e piccolissimi Comuni lucani. Frontiere ai margini del mondo dove però si consolidano gruppi locali di potere che fanno il bello e cattivo tempo in ogni settore: dai piccoli appalti, agli affidamenti diretti; dai concorsi ai trasferimenti di personale, dalle assunzioni ai piccoli e grandi abusi edilizi; dall’uso improprio dei telefoni cellulari agli incentivi discutibili, dai buoni pasto fasulli alle autorizzazioni facili. E che dire delle prebende a decine di improbabili associazioni culturali gestite da figli, parenti, amici dell’amministratore di turno? Insomma le “marachelle” sono tante e qui non stiamo ad elencarle tutte.

Piccole e grandi furberie nella gestione delle “opportunità”, scambi di favori, tra imprese e funzionari, e tra funzionari e amministratori. In alcuni casi i titolari di imprese o di attività imprenditoriali e commerciali sono gli stessi dirigenti o funzionari all’opera nei Municipi. Un sistema “creativo” di piccola corruzione, dove non esiste il corrotto e nemmeno il corruttore: si chiama scambio di convenienze, “tu dai una cosa a me e io do una cosa a te. E spesso la merce dello scambio sfugge ai “controlli della dogana”, tanto per usare una metafora.

L’ingenuità e le cantonate

Sullo sfondo di questo andazzo circola molta ingenuità. In questi piccoli Comuni è facile che un avventuriero qualunque, forestiero, come un ambulante rigattiere, vada a vendere fumo di ogni genere: corsi di formazione inutili, bonus 110% con promesse da luna nel pozzo, assunzioni inesistenti in altrettante imprese inesistenti che tuttavia ottengono contributi pubblici. Finanziamenti facili per opere pubbliche, spesso inutili, che inevitabilmente sono abbandonate all’incuria. Promesse di lavoro sistematicamente deluse.

Ma c’è dell’altro non sullo sfondo, in primo piano, l’esponente politico di riferimento in consiglio regionale o in parlamento, vale a dire il “protettore” e tutore dei capetti locali, sa tutto, condivide tutto e non si risparmia in consulenze e suggerimenti.