Acquedotto Lucano muto: se bussi non risponde

L'esperienza di un utente di Melfi: “A breve scade la bolletta da pagare e volevo far notare che l'importo è sbagliato, ma non c'è nessuno"

E’ inutile bussare, qui non aprirà nessuno. E’ questo il tormentone che accompagna l’utente che dovesse recarsi alla sede di Acquedotto Lucano, a Melfi, nello stabile del Tribunale. Il disservizio ci è stato raccontato da un utente e risale a venerdì scorso. “A breve scade la bolletta da pagare – sottolinea un cortese signore sulla settantina – E così, come avveniva gli scorsi anni, volevo parlare, con un addetto allo sportello, fornire la lettura corretta, e mostrare come quella recapitatami fosse di molto superiore all’importo dovuto”. Ma niente. La scena che ci viene raccontata in sé è comica, ma getta anche un’ombra sull’utilità del decentramento amministrativo in salsa lucana.

“Sono giunto all’ingresso – racconta l’utente – e ho suonato a un campanello. Non avendo risposte ho iniziato a bussare”. A quel punto l’intervento, a suo modo paradossale, dell’uomo in guardiola, a pochi passi. “E’ inutile che bussa, gli operatori sono all’interno, ma non rispondono”. Istintivo chiedersi cosa facciano se non risultano utili per il cittadino del Vulture Melfese alle prese con il rincaro bollette di inizio anno. Ma andiamo avanti.

Uscendo, il nostro interlocutore, ha scattato anche delle foto, ad alcuni avvisi affissi sulle vetrate esterne e che risultano a loro modo istruttivi. Acquedotto spiega lo stato dei disservizi. In un cartello, relativo allo scorso anno, si scusa con gli utenti, ma “per il trasferimento dei dati aziendali nel nuovo sistema informatico” informa che il servizio sarebbe ritornato a “settembre 2021”. In un altro cartello, evidentemente di quest’anno, ci si scusa per “i possibili rallentamenti e si informa che l’attività di assistenza sarà fornita tramite numero verde”.

L’utente ha seguito alla lettera il consiglio. Ha chiamato il numero verde. “Dopo diversi minuti di attesa sono stato inviato al sito di Acquedotto lucano”, afferma sconsolato. Poi, aggiunge, “ho saputo che c’era da scaricare una app, prenotare e poi mettersi in coda all’Ufficio centrale di Potenza”. Si tratta di un’operazione che per un quarantenne sarebbe una passeggiata, per chi ha una certa età, cioè la stragrande maggioranza degli utenti lucani di Aql, diventa complicata, se non proprio una via crucis. “Ho fatto come si faceva un tempo. Ho inviato una lettera postale, chissà se e quando giungerà a destinazione”. E ancora: “A questo punto però, mi chiedo, a cosa serve la sede distaccata di Melfi se poi non assolve alla funzione a cui è deputata?” Già, bella domanda, che giriamo direttamente ai vertici dell’Ente ‘deputato’ alla gestione della risorsa idrica e dei relativi servizi, in Basilicata.

Gli avvisi

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