Giornata delle persone con sindrome di Down: la campagna social dell’Aipd

Dieci giorni, dieci storie, dieci modi per dire e soprattutto per fare inclusione. “Niente di straordinario, l'inclusione si può vivere ogni giorno”

Per la ricorrenza del 21 marzo, giornata nazionale delle persone con sindrome di Down, l’AIPD ha avviato una campagna social presentando, dall’11 marzo, per dieci giorni, volti e storie di ragazzi e ragazze che raccontano e testimoniano cosa sia per loro l’inclusione.

Dieci giorni, dieci storie, dieci modi per dire e soprattutto per fare inclusione. “Niente di straordinario, l’inclusione si può vivere ogni giorno”.

Ogni giorno, sui canali FacebookInstagram e Twitter, oltre che sul sito dell’Associazione, si è aperta una “finestra” sulla vita di un ragazzo o di una ragazza: una fotografia, una frase e il racconto completo dell’inclusione vissuta nel quotidiano.

A inaugurare questa “galleria di storie” Marilenia, che sente l’inclusione nelle note cantate insieme al suo coro ManosBlancas di Bari, con il quale ha cantato anche a Montecitorio.

Diego, “zio Poldo” per i suoi nipotini, di cui si prende cura e con cui ama trascorrere del tempo;

Chiara, campionessa di pallacanestro della Nazionale Italiana di atleti con sindrome di Down, famosa per aver cantato l’inno di Mameli in Lis e aver ricevuto per questo la Laurea Honoris Causa in Economia e Tecnica della Comunicazione.

Mariopio, che con gli scout ha imparato a cavarsela in ogni circostanza.

Mattia, che a dicembre ha firmato il suo contratto a tempo indeterminato come cuoco per Lagardère.

Flavia, Lucrezia,Veronica, i ragazzi de “I Circoli” di Roma;

La coppia di fidanzati, Emanuele e Moira, tra i protagonisti del recente docufilm di Christian Angeli “Come una vera coppia”.

“Non vogliamo che il 21 marzo sia solo una ricorrenza o che si parli di inclusione solo per un giorno.

L’inclusione è quella che si può realizzare nel quotidiano: in famiglia, a scuola, con gli amici e naturalmente sul luogo di lavoro. In Italia ci siamo lasciati alle spalle le scuole speciali ed è stato un grande traguardo: ci ha insegnato a convivere partendo dai banchi di scuola. Ora, iniziamo a vedere lavoratori con sindrome di Down in diversi settori. Non è sempre tutto facile, bisogna volerlo e lavorare per questo, ma si può fare! Da diversi anni ci impegniamo perché questi obiettivi diventino conquista della nostra società: continuiamo a farlo, ogni giorno, nelle 56 sezioni Aipd presenti in tutta Italia. L’inclusione si fa così, giorno dopo giorno, nei diversi luoghi e contesti che abitiamo”.