Mafia, confiscato un milione di euro a pregiudicato di Melfi

La Direzione Investigativa Antimafia ha avviato l’esecuzione di un decreto emesso dalla Corte di Appello di Potenza

La Direzione Investigativa Antimafia il 18 marzo scorso ha avviato l’esecuzione di un decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello di Potenza, Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di Vincenzo Di Muro di Melfi, da tempo residente in Emilia Romagna, su cui gravano condanne definitive anche per associazione per delinquere di tipo mafioso, e nei confronti del quale il Tribunale di Potenza, già nel 2019, aveva già decretato l’applicazione della misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di anni tre nel comune di residenza, ritenendo la sussistenza di indizi circa la pericolosità, anche attuale, dell’uomo, la cui propensione a delinquere era apparsa strutturata e costante in un lungo arco temporale.

In accoglimento dell’appello interposto da questo Ufficio di Procura avverso il menzionato decreto, nella parte in cui il Tribunale aveva rigettato la richiesta di applicazione dl misura di prevenzione patrimoniale formulata dalla Direzione distrettuale antimafia, la Corte di Appello di Potenza, ha disposto il sequestro, per un valore di circa un milione di euro, di taluni beni immobili e di saldi attivi, nella disponibilità del proposto e del suoi familiari.

La Corte di Appello di Potenza quindi, la cui decisione, non è ancora definitiva in quanto suscettibile di essere impugnata con ricorso per Cassazione, ha ritenuto la sussistenza di una rilevante sproporzione tra i beni individuati nella disponibilità di Di Muro e dei suoi familiari e i redditi da questi dichiarati, così come emerso dalla ricostruzione finanziaria e contabile operata dagli investigatori della Dia, che hanno trovato precisa e puntuale conferma nel provvedimento ablatorio oggetto di esecuzione.

“Tale rilevante risultato, -spiega in una nota la Procura di Potenza- si inserisce nel contesto delle attività svolte dalla Direzione distrettuale antimafia  e dalla Direzione Investigativa antimafia finalizzate al contrasto patrimoniale alle attività criminose (contrasto che si rivela decisivo nel ridurre gli spazi operativi delle attività illecite, al pari delle attività) e, quindi, ad aggredire rilevanti ed ingiustificate consistenze economiche, ritenute riconducibili, direttamente o indirettamente, ad attività illecite poste in essere da soggetti ritenuti socialmente pericolosi”.