Sanità lucana. In attesa di un esame da dicembre: “la contatteremo a breve…c’è Pasqua di mezzo”

Avrei potuto interessare la consueta filiera delle "conoscenze" ma non ho voluto perché ritengo che sia gravemente irrispettoso nei confronti di coloro che non dispongono di canali "preferenziali"

In attesa da oltre tre mesi di poter effettuare un esame diagnostico all’ospedale di Potenza, una donna, che chiameremo Carla per ragioni di privacy, ci racconta quanto accaduto.

“Sono in attesa di effettuare un’isteroscopia in narcosi, dal 31 dicembre 2021 quando, dopo aver tentato di effettuarlo mediante le modalità consuete, mi è stato comunicato che avrei dovuto ripetere l’esame in anestesia essendovi difficoltà operative. La scorsa settimana ho effettuato un pre-ricovero e, successivamente, il colloquio con l’anestesista a seguito del quale mi è stato detto che, a breve, sarei stata contattata per effettuare l’esame.

Carla prosegue il suo racconto: “Sono stata chiamata dal reparto di ginecologia lunedì (11 aprile ndr) per essere inserita nella seduta del giorno successivo (come ho poi scoperto a seguito del colloquio) e, non potendo rispondere nell’immediato in quanto impegnata in udienza, ho richiamato appena possibile. Mi è stato risposto che, nel frattempo, “erano andati avanti” e che, con tutta probabilità, sarei stata inserita nella seduta del venerdì (15 aprile). “Non avendo ricevuto alcuna chiamata-spiega ancora la donna- ho contattato il reparto per avere notizie e mi è stato detto che la sessione per domani era completa e che, “essendoci Pasqua di mezzo” non erano ancora state determinate le prossime sedute operatorie.

Avrei potuto interessare la consueta filiera delle “conoscenze” per ottenere una più rapida presa in carico della mia vicenda ma non ho voluto perché ritengo che sia gravemente irrispettoso nei confronti di coloro che non dispongono di canali “preferenziali”. Mi lascia di stucco, però, un tale livello di improvvisazione cui spero non corrisponda una pari qualità di competenze professionali. Sconcerta non solo l’attesa (essendo tale esame finalizzato ad evidenziare problematiche teoricamente anche gravi) ma l’assoluta noncuranza nei confronti dei pazienti. Non credo sia difficile organizzare per tempo le sedute operatorie e dare congruo preavviso a coloro che dovranno (non certo per scelta) essere sottoposti ad intervento.

Mi aspetto che a questa doglianza non venga data risposta alcuna ma, per formazione professionale e per indole, non mi faccio scoraggiare dai muri di gomma. La mia vicenda-conclude- è davvero minima rispetto ad altre, ben più gravi, che si sono verificate e si verificano tuttora ma è proprio nella consapevolezza che la mia è un’esperienza assolutamente in linea con ciò che accade, quotidianamente, che sono disposta a dare la giusta eco ad una tale, plateale ed ingiustificabile, “noncuranza” e dare così voce a coloro che per mancanza di mezzi o per rassegnazione, sono assuefatti a tale stato di cose.