Tortorelli (Uil): “raccogliamo allarme Svimez su fondi Pnrr per il Sud”

Lo ha detto il segretario generale della Uil Basilicata Vincenzo Tortorelli intervenendo oggi al Glocal Economic ForumESG89

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L’allarme lanciato oggi dalla Svimez – “la destinazione del 40% dei fondi del Pnrr per il Sud è tutt’altro che acquisita e comunque senza interventi specifici difficilmente si riuscirà a spendere questi soldi” – rafforza la strategia della Uil e di tutto il sindacato confederale meridionale: per il Sud non basta confermare “formalmente” la quota del 40%, ci deve essere ben altro per perseguire l’obiettivo centrale di ridurre le disuguaglianze, a tutti i livelli, tra il Nord e il Sud del Paese. Lo ha detto il segretario generale della Uil Basilicata Vincenzo Tortorelli intervenendo oggi in videoconferenza al Glocal Economic ForumESG89 al quale hanno partecipato esponenti di Governo, delle Regioni, delle associazioni sociali, esperti nazionali ed internazionali.

Tortorelli, unico rappresentante di Cgil, Cisl, Uil delle regioni del Sud a prendere la parola, ha affermato che tra le priorità da affrontare ci sono una questione di infrastrutture che restano atavicamente arretrate e un problema di mancanza di nuove politiche industriali che, nella fattispecie in Basilicata, significa, tra l’altro, discutere del futuro del manifatturiero, dell’automotive e dell’industria energetica, dell’agro-alimentare, dell’industria pesante. L’occasione del Pnrr è pertanto un’opportunità storica che non va sprecata. Anche se non sarà un vero e proprio Piano Marshall, è comunque l’ultima occasione per avvicinare il Sud al resto d’Italia e all’Europa. Per farlo fondamentale risulterà la capacità di programmare e progettare su un doppio binario: da un la crisi generata dalla pandemia (per la quale il Pnrr è stato pensato) e la guerra in Ucraina. Dunque, una sovrapposizione di crisi che richiede, subito, una revisione profonda delle politiche europee ed una nuova pianificazione, a partire dalle politiche regionali.

In merito all’energia, nella questione della transizione energetica – ha detto ancora Tortorelli – il Sud gioca un ruolo importante. In questo scenario la Basilicata deve perseguire l’obiettivo della graduale decarbonizzazione. La Basilicata, che è terra di idrocarburi e di energie rinnovabili, oltre che di risorse idriche utili per la realizzazione di un hub idrogeno, ha tutte le condizioni per diventare un ‘laboratorio’ per i programmi di investimenti green. La spinta viene dal Recovery Fund che concentra le risorse principalmente su due driver: rendere le aree metropolitane veramente green e l’idrogeno che per noi ha anche un altro valore per accompagnare la costruzione a Melfi (Stellantis) di nuove auto alimentate con energie alternative. Più volte, come UIL, abbiamo ribadito, che si riparte solo con il lavoro… è per questo che le risorse del Pnrr vanno messe a valore attraverso il lavoro, non ci sono altre strade per raggiungere l’obiettivo della ripartenza e dello sviluppo. Il meccanismo è semplice, se il lavoro non c’è, la povertà aumenta, se la povertà aumenta non c’è consumo e, quindi, non c’è impresa, e l’economia, il sistema collassa! È un circolo vizioso dal quale si esce solo con un ‘pacchetto’ di nuove misure europee per sostenere il lavoro e le imprese, per consolidare il reddito ed i consumi delle famiglie, contenendo tariffe e costi.

E occorrono piani e finanziamenti permanenti, anche con lo strumento Sure, per generare e tutelare posti di lavoro ed occupazione di qualità, verso la giusta transizione. Dunque, una prospettiva sociale di convergenza tra sostenibilità, lavoro nuovo, riqualificazione mirata e contrattazione collettiva, per aprire una stagione di pace, di rispetto delle libertà e dei diritti nei Paesi e tra i popoli, per una maggiore coesione e inclusività sociale. L’ulteriore scivolamento sociale, economico, occupazionale del Mezzogiorno – ha detto ancora il segretario della Uil – è confermato dai dati Inps aggiornati a febbraio scorso sulle richieste di Reddito e Pensione di Cittadinanza. Una spia del malessere sociale diffuso che ci auguriamo Governo, Parlamento e Regioni sappiano, responsabilmente, interpretare. Come sindacato vogliamo intensificare ogni sforzo, da una parte, di tutela delle fasce più deboli e dall’altra per indicare, concretamente, per trasformare gli “invisibili” in persone protagoniste del proprio destino e di quello delle proprie famiglie. Infine, ci allarma il mancato protagonismo giovanile, questo è la vera sfida di tutti noi, un Mezzogiorno senza giovani è un Mezzogiorno senza futuro. Se poi, a chi resta, non garantiamo i giusti servizi e le giuste cure, è un Sud che rimarrà sempre in una condizione di svantaggio. In un mercato del lavoro che è in continua evoluzione e richiede competenze sempre più specialistiche – ha concluso – diventa determinante formare per tempo, in stretta collaborazione con il mondo imprenditoriale, i profili richiesti.

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