Vandalismo a Potenza, Bardi: “Siamo di fronte a un’emergenza sociale”

L'appello del presidente della Regione, alle famiglie dopo quanto accaduto alla vigilia di Pasqua nella chiesa di San Michele

“I tristi atti vandalici che si stanno verificando con sempre maggiore intensità nel centro storico della città di Potenza destano allarmanti preoccupazioni. Ma soprattutto sollecitano profonde riflessioni sul malessere che serpeggia nei giovanissimi autori di spregevoli fatti lesivi. Non si può rimanere insensibili di fronte a quanto accaduto alla vigilia di Pasqua nella chiesa di San Michele (dove tre ragazzini sarebbero entrati bestemmiando e distruggendo un braciere preparato per la funzione religiosa del sabato santo ndr) , l’ultimo grave episodio che accende i riflettori su un tema da troppo tempo rimandato. È giunto il momento di aprire un serio dibattito con tutta la società civile per comprendere le cause di questo disagio che assume forme di violenza e di aggressività contro il patrimonio edilizio della città e contro la serenità dei suoi abitanti. Siamo di fronte a un’emergenza sociale che deve essere immediatamente arginata. E’ quanto afferma, in una nota, il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.

“Rivolgo innanzitutto un appello alle famiglie di questi ragazzi -aggiunge il presidente- affinché la loro missione educativa non smetta mai di essere esercitata. È all’interno dell’ambiente familiare che si apprendono le prime e basilari regole di convivenza civile, il cui sistema valoriale improntato al rispetto, all’educazione, alla responsabilità contribuisce a formare la persona. La famiglia torni ad essere quel luogo di cura e di attenzione, di dialogo e della parola all’interno del quale si forma e si sviluppa la personalità della prole. La famiglia torni ad essere quell’imprescindibile punto di riferimento e di approdo per i figli e per l’intera società”.

Un appello lo rivolgo alle scuole, strutture formative in cui si crea una fitta rete di relazioni. -prosegue Bardi-I ragazzi devono tornare a imparare, sotto lo sguardo vigile e competente degli insegnanti, le regole della socializzazione e dello stare bene con gli altri, rispettandone i ruoli. Anche le parrocchie tornino a svolgere il compito di aggregazione e di ascolto. Gli adolescenti hanno assunto un atteggiamento sempre più critico nei confronti della chiesa perché ha smesso di essere quel luogo di supporto in grado di dare risposte alle loro esigenze spirituali. E poi ci sono le associazioni, quei luoghi nei quali accogliere e raccogliere la più grande ricchezza creativa. A loro mi rivolgo perché promuovano iniziative capaci di coinvolgerli e farli sentire protagonisti della vita culturale cittadina.

Infine rivolgo un appello alle istituzioni tutte. Non lasciamo sole le famiglie in questa battaglia. Il centro storico di Potenza deve tornare ad essere quel centro culturale propulsivo e attrattivo nel quale si sono formate intere generazioni di potentini. Apriamo i luoghi della cultura ai più giovani, creiamo occasioni di dialogo in cui ascoltare le loro istanze e raccogliere le loro proposte, accompagniamoli verso scelte che premino le loro intelligenze. Adottiamo tutti insieme e responsabilmente una strategia affinché l’energia dei più giovani diventi il motore verso una fase di rinascita di tutta la città”.