Braccianti migranti: “Ancora una volta la Regione Basilicata é in ritardo”

Europa Verde: "Si prospetta la solita soluzione: appalti a privati per la gestione dei centri di (dis)accoglienza dove i lavoratori vivono in condizioni precarie e a dir poco disumane"

Ancora una volta si scopre l’acqua calda e dopo circa tre anni dal Piano Regionale per l’insegnamento dell’italiano ai migranti. Tutto accade in una Regione che si fa vanto di essere all’avanguardia e prima per le iniziative nei confronti di questi lavoratori. Purtroppo tutte le Istituzioni interessate nascondono la polvere sotto il tappeto e adottano la solita strategia dell’emergenza. Tavoli, discussioni, analisi e chiacchere che non trovano mai uno sbocco positivo.

Tutti parlano di integrazione, ma nessuno muove un dito in questa direzione. Come si può fare integrazione se non si insegna la lingua agli stranieri e solo. Anche l’educazione civica andrebbe insegnata. Sui tavoli istituzionali giacciono fiumi di domande rispetto alla lingua, ma le risposte sono state sempre molto tardive e solo in alcuni casi positive grazie all’impegno di singoli funzionari. Come si vuole fare integrazione se i centri di accoglienza che si vogliono costruire vengono fatti fuori dai centri abitati e in zone non servite dai trasporti pubblici? Quanti milioni di fondi europei sono fermi e si rischiano di perdere? Allo stato già iniziano ad arrivare i lavoratori migranti per preparare le campagne stagionali e dove vengono accolti?

Ancora una volta la Regione é in ritardo e si prospetta la solita soluzione: appalti a privati per la gestione dei centri di (dis)accoglienza dove i lavoratori vivono in condizioni precarie e a dir poco disumane. L’esempio di questi centri è data dall’affermazione di rappresentanti istituzionali che a Radio France il 2021 hanno detto che loro non passerebbero neppure una notte in quelle strutture. Ad oggi non è stata posata neppure una pietra per la costruzione dei nuovi centri che dovevano essere già pronti nel 2021. Questa vergogna grida vendetta da parte dei lavoratori che ci permettono di consumare i prodotti della terra che raccolgono con il loro sudore e attraverso lo sfruttamento. I rappresentanti istituzionali dovrebbero rassegnare le dimissioni ed andare a casa vista l’incapacità della risoluzione dei problemi a danno degli ultimi che chiedono diritti e dignità. Donato Lettieri e Francesco Castelgrande- Europa Verde