La mafia si batte anche con l’affermazione dei diritti sul lavoro

La Uil Basilicata sul trentennale della strage di Capaci

Il trentennale della “strage di Capaci” con l’assassinio di Giovanni Falcone, della moglie, la giudice Francesca Morvillo, e degli uomini della scorta-servitori dello Stato da noi ha un significato particolare a seguito dei recenti fatti avvenuti contro gli stabilimenti balneari di Scanzano Jonico. La Uil, in continuità con le iniziative di lotta alla mafia e per la legalità – tra tutte la manifestazione di Cgil, Cisl, Uil a Scanzano Jonico per il Primo Maggio e la petizione popolare di Cgil, Cisl, Uil per la DIA in Basilicata – condivide la mobilitazione decisa da Libera Basilicata, aderisce alla manifestazione di oggi con la presenza di Bruno Dicuia della segreteria regionale e sollecita la più rapida individuazione dei responsabili degli atti contro i lidi.

La criminalità organizzata, come ci ricordano ampiamente le cronache quotidiane, si annida da tempo anche nella nostra regione. Per questo non dobbiamo abbassare la guardia e anzi mettere in campo ogni azione possibile per contrastarla, cominciando dall’affermazione dei diritti sul lavoro. Senza diritti, senza solidarietà sociale, senza giustizia cediamo spazio alla criminalità organizzata.

Per questo al trentennale di Capaci vogliamo affiancare i 52 anni dello Statuto dei Lavoratori: la “madre” dei diritti sul lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori, la “madre” dell’articolo 18. Se è vero, dunque, che in 52 anni tante sono state le trasformazioni nel mondo del lavoro, per la Uil vale il principio secondo cui il tema dei diritti e delle tutele sancite dallo Statuto dei Lavoratori non può essere trasformato, ma solo rafforzato. Diritti e legalità sono due facce della stessa medaglia. Uil Basilicata