Mafia a Scanzano Jonico e dintorni: occhio ai fiancheggiatori

Intanto, la politica sia meno superficiale e dia segnali di maggiore attenzione a certi fenomeni

Scanzano Jonico “non tornerà nelle mani della mafia”. Così il sotto il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia, parlando con i giornalisti oggi a Matera, a margine dell’inaugurazione della Casa della Legalità.

“Nella nostra regione i recenti fatti di cronaca che hanno interessato in particolare il Metapontino, destano non poche preoccupazioni, segnalando il rischio concreto di infiltrazioni di organizzazioni criminali. Dobbiamo tenere alta la guardia…” Così Vito Bardi, presidente della Regione.

Ecco due affermazioni che suscitano qualche dubbio sul fatto che certa politica, oltre la retorica, abbia capito che cosa stia succedendo dalle parti del Metapontino e non solo.

Sibilia pensa che da qualche tempo Scanzano sia libera dalla criminalità organizzata tant’è che “non tornerà nelle mani della mafia”. Bardi crede ancora che in Basilicata ci sia “il rischio di infiltrazioni criminali” e c’è da chiedersi dove abbia vissuto in questi anni. Non sa che la mafia, da tempo, ha già infiltrato un bel pezzo di territorio, lo chieda al Procuratore capo di Potenza.

Se allarghiamo la prospettiva alla sub cultura della mafiosità che pervade la regione certe dichiarazioni si trasformano in preoccupante sintomo di superficialità. Quella stessa superficialità che ha minimizzato per decenni certi fenomeni, in nome della difesa dell’immagine del territorio dagli attacchi di chi avrebbe voluto infangarlo. Chiudiamo la parentesi.

Tornando al fenomeno criminale dobbiamo ripeterci e aggiungere: mafiosetti da quattro soldi manovrati da mafiosi di tutt’altra stazza, stanno rilanciando la controffensiva. Dobbiamo distinguere i manovali della delinquenza locale dai loro amici e parenti che se la spassano altrove, a chilometri di distanza dai luoghi della “battaglia”. Persone che frequentano locali alla moda, che esibiscono auto e ville, spiagge e ristoranti. Tutti originari della zona e delle aree limitrofe. Gente che può contare su decine e decine di fiancheggiatori sul posto.

Gli inquirenti facciano attenzione a questi signori “simpatizzanti” e sostenitori, all’apparenza ben introdotti nella società locale, insospettabili estimatori, dei mafiosetti e dei mafiosi, tra i quali ragazzotti che sognano la ricchezza e il potere della violenza. Si faccia attenzione a chi si è già consegnato nelle mani del racket, sottoscrivendo il “contratto” di servizio di protezione con i criminali. Si faccia anche “due più due” sull’evoluzione e sulle condizioni di certi imprenditori delle spiagge, dell’holidays e dell’ortofrutta.  Chissà, forse qualcosa di più chiaro potrà emergere.