Imprenditore arrestato nel Potentino: “patrimonio sottratto al fallimento”

Misura cautelare anche per l'amministratrice di un'altra società e un commercialista

Nella mattinata odierna, i militari della Guardia di Finanza di Potenza hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale nei confronti di due imprenditori e un commercialista perché gravemente indiziati di “reiterate condotte distrattive del patrimonio aziendale in violazione della legge fallimentare”.

L’attività investigativa coordinata dalla Procura di Potenza e condotta dai militari della Guardia di Finanza della sezione di Polizia giudiziaria e del Nucleo Pef è nata dal fallimento della Caridi Trasporti S.r.l. unipersonale, con sede nella zona industriale di Vaglio di Basilicata, costituita nel 2008 e dichiarata fallita dal Tribunale di Potenza con sentenza nel 2020.

Indagati i coniugi R. C. e C. A. e il commercialista R. T. Il primo ha rivestito la carica di amministratore della società fallita, la seconda è titolare della società C.R.D. Soc. Coop., avente la stessa sede legale della fallita (unità locale in Tito contrada Santa Loja) e anch’essa operante nel settore della logistica – trasporti mentre il terzo è il commercialista e tenutario delle scritture contabili delle due società

Le indagini -fa sapere la Procura in una nota-hanno permesso di accertare a livello di gravità indiziaria, condotte fraudolente poste in essere mediante il contributo del commercialista incaricato della tenuta e redazione della contabilità. In particolare, dalle investigazioni è emerso a livello indiziario e salva restando la presunzione d’innocenza, che i due coniugi, nel corso degli anni, avrebbero sottratto i libri contabili, allo scopo di recare pregiudizio ai creditori e di occultare le distrazioni di parte del patrimonio e delle disponibilità della società fallita a discapito dei creditori ed in favore della società amministrata da Angelucci  per 927.781 ,21 euro.

Le indagini hanno permesso di accertare che, a fronte di un passivo di oltre due milioni di euro (costituito per lo più da debiti verso i dipendenti e l’Erario) e di un attivo sostanzialmente inesistente, sarebbero state distratte, nel corso degli anni e soprattutto in prossimità del fallimento, somme per circa un milione di euro in favore della società  C.R.D. Soc. Coop. Tali somme, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbero state occultate con l’emissione di una fittizia nota di credito.

In tale contesto le indagini hanno permesso al Gip, in ragione del grave quadro indiziario raccolto e del pericolo di reiterazione delle condotte e di inquinamento delle prove, di disporre la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’amministratore della società fallita, mentre veniva disposto il divieto temporaneo di esercitare uffici difettivi delle persone giuridiche e delle imprese nei confronti dell’mministratrice della C.R.D., ed il divieto temporaneo di esercitare l’attività di ragioniere/ commercialista, nei confronti del professionista.