Migranti, naufragio nel Mediterraneo: 22 dispersi e 1 morto

Nuovi sbarchi a Lampedusa e a Porto Empedocle

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Tragico salvataggio nel Mediterraneo centrale. Settantuno migranti sono stati soccorsi dall’equipaggio della Geo Barents. “Ventidue dispersi, 3 stabilizzati inclusi i bambini”, fa sapere Msf, spiegando che una persona è morta dopo il soccorso a bordo della nave. “Si stanno organizzando le evacuazioni mediche”, dice l’ong.

Intanto sono sbarcati nella notte a Lampedusa i 59 migranti tratti in salvo nel Mediterraneo centrale dalla Louise Michel. Il team della nave umanitaria finanziata dall’artista britannico Banksy li ha soccorsi nei giorni scorsi mentre viaggiavano su un gommone sovraffollato. “Alcuni erano già in acqua a causa di pericolose manovre della cosiddetta Guardia costiera libica, che è stata guidata sul caso da un elicottero maltese”, aveva fatto sapere l’ong, che ancora ieri era tornata a chiedere un porto sicuro di sbarco. Dieci le richieste inoltrate in due giorni alle autorità competenti rimaste senza risposta. “Questo non è accettabile, hanno diritto a un porto sicuro”, avevano spiegato da bordo, sottolineando, oltre alla difficoltà di gestire i naufraghi in uno spazio assai limitato, come anche il carburante iniziasse ormai a scarseggiare.

Anche la Sea Watch 4 sbarca in Sicilia a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, con 209 migranti. Dopo giorni di attesa ieri sera è arrivata l’assegnazione del porto di sbarco per la nave umanitaria a bordo della quale si trovano 299 migranti, tra cui 24 donne, 3 bimbi e 22 minori non accompagnati. La naufraga più giovane ha appena un anno.

Ieri si era resa necessaria un’altra evacuazione medica urgente e alla vista della motovedetta della Guardia costiera alcuni migranti si erano buttati in acqua, sperando di poter essere portate a terra. “Il nostro equipaggio e la Guardia costiera hanno messo tutti in salvo – ha spiegato l’ong tedesca. – E’ scandaloso che alle persone venga riconosciuto il diritto a un porto sicuro solo quando sono in pericolo di vita. Lunghe ed estenuanti attese spingono le persone a rischiare nuovamente la vita nel disperato tentativo di sbarcare”. (Adnkronos)

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