“Paghiamo il Consorzio di Bonifica, ma i canali sono ostruiti e pericolosi”

L’allarme dal Metapontino, dove nonostante i tanti tributi versati all’Ente di Bonifica, in questi anni nessun intervento è stato fatto su alcuni canali a rischio, e quando sono arrivati i tanto attesi interventi, alcuni giorni fa, sono stati fatti “ancora più danni”. Un po' come la storia del cane che si morde la coda

L’allarme dal Metapontino, dove nonostante i tanti tributi versati all’Ente di Bonifica, in questi anni nessun intervento è stato fatto su alcuni canali a rischio, e quando sono arrivati i tanto attesi interventi, alcuni giorni fa, sono stati fatti “ancora più danni”. Un po’ come la storia del cane che si morde la coda.

Le foto che vedete sono state scattate a Scanzano Jonico, località Fosso Ferrarulo e ad inoltrarcele è Giuseppe Stigliani, agricoltore, il quale segnala un problema atavico, cioè la mancata pulizia del canale di scolo nonostante i tanti soldi dati in questi anni al Consorzio di Bonifica. “Se ci fosse un temporale improvviso qui potrebbe succedere il pandemonio”, mette in guardia.

60 anni senza interventi “Sono 60 anni che vivo qui – afferma il signor Giuseppe – e da che mi ricordo abbiamo sempre pagato il tributo 660 al Consorzio di Bonifica. Ma i servizi che riceviamo, per una spesa per agricoltore che si aggira tra i 400 ai 700 euro, sono quasi nulli”. Finalmente dopo tanto sospirare, quest’anno si muove qualcosa. “Dopo 60 anni – chiarisce – per la prima volta quest’anno il Consorzio ha mandato un escavatore a pulire gli argini di questo canale, che parte da Montalbano, con acque sorgive, passa da qui, dove arrivano altrui reflui, e proprio in questo punto, Fosso Ferrarulo, ha un’ampia strozzatura”.

“Ma quali interventi. Una pezza peggio del buco” Ma veniamo agli interventi fatti finalmente qualche settimana fa dopo tanti anni di latitanza. “Come potete notare dalle foto – prosegue Giuseppe – l’escavatore ha trinciato ciò che poteva, ma sono rimasti alberi, piante, cannucce di 5 metri”. E “nessuno si è fatto vivo per rimuovere questo materiale”. Non solo. “Ci sono tronchi che hanno 60 anni e che sono qui, con rami divelti. Tutto materiale che in caso di forte acqua crea impedimenti e poi improvvise fuoriuscite dove trova sfogo”.

“Le alluvioni si prevengono. Così si evitano emergenze e vittime” E veniamo all’affondo dell’agricoltore. “Ormai in questa zona sono tanti i magazzini, i capannoni, le attività, le serre agricole e le abitazioni. Con questi cambiamenti climatici tanto arriva la siccità quanto le bombe d’acqua o le piogge torrenziali”. Ed ecco il punto. “Anche se ci fosse un forte temporale estivo, o comunque più in là in autunno, un evento climatico torrenziale. genererebbe delle fuoriuscite proprio in questo punto, dove il canale ha una curva a gomito, e potrebbe inondare tutto ciò che trova davanti, sia locali, sia persone. Non è che per intervenire ci deve essere il danno, o peggio ancora il morto? Eppure in questa zona di calamità negli ultimi 10 anni ne abbiamo viste diverse”.

“A che serve il Consorzio se non interviene o lo fa male”? L’ultimo attacco lo riserva al Consorzio che dovrebbe, nei limiti del possibile, intervenire e mettere al sicuro il territorio da eventuali calamità. “Se le dico che il tributo 660 lo prendono tutti gli anni e solo quest’anno sono intervenuti su questo canale, e lo hanno fatto male, facendo più danni ancora?”. Il senso è chiaro. E un cult della storia agricola. Pagare tributi per servizi “o non fatti o fatti coi piedi”.  Passano i decenni, ma i problemi del territorio, specie nel Metapontino, sembrano incancrenirsi piuttosto che trovare una qualche risposta degna di nota. Non resta che pregare il cielo. Oggi serve la pioggia, l’acqua, per evitare razionamenti. Tra qualche mese bisognerà invocare il cielo che non piova troppo, per scongiurare la piena e una eventuale inondazione. “Proprio così, è assurdo ma è così”, conclude, amareggiato, l’agricoltore di Scanzano.

La mancata pulizia del canale di scolo

consorzio di bonifica
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