Per l’ennesima volta la democrazia si gioca sul corpo delle donne

"Il Paese che si vanta di esportare la democrazia è tornato indietro di 50 anni"

Apprendiamo che la Corte Suprema degli Usa ha lasciato al libero arbitrio degli Stati il diritto di aborto, trasformandolo in un privilegio per quelle donne ricche che potranno permettersi viaggi oltre confine per fare interruzioni di gravidanza sicure. Per le altre, invece, solo aborti clandestini, in precarie condizioni di sicurezza, a rischio della propria vita. Il paese che si vanta di esportare la democrazia è tornato indietro di 50 anni, a dimostrazione che i diritti conquistati non sono così scontati e che occorre continuare a lottare per non perderli. È importante che anche il resto del mondo si interroghi.

In Italia sulla carta il diritto all’aborto esiste. Ma nei fatti? Interrompere una gravidanza è non di rado un calvario di incertezze e una corsa contro il tempo. In particolare nel nostro territorio, dove gli ospedali pubblici sono pieni di medici obiettori, che impediscono alle donne l’esercizio di un diritto acquisito e che dovrebbe essere tutelato dal servizio pubblico. Questa situazione non è più accettabile e deve essere denunciata e combattuta.

E se si vogliono aiutare davvero le donne, si parta dal garantire alle mamme assistenza e servizi per rendere più agevole la maternità, ancora oggi un ostacolo per l’affermazione professionale delle donne. Anche l’assistenza psicologica deve essere un diritto (conseguenza logica del diritto alla salute sancito dalla Costituzione) per aiutare una donna a superare il trauma di un aborto o per sostenere la madre nei primi anni di vita del bambino. Questo vuol dire battersi per la qualità della vita. Invece i movimenti pro-life presenti in Italia sono il sintomo di una cultura patriarcale che sopravvive, tenta di imporsi e considera le donne incapaci di autodeterminarsi.

A pagare il prezzo di questa cultura mefitica mista a pregiudizi e odio per il corpo delle donne sono anche le persone LGBTQI+, ancora oggi discriminate nella nostra società. È un attacco in grande stile ai diritti di tutte e tutti! Come Coordinamento donne ANPI Basilicata affermiamo con forza che sono le donne a dover scegliere. Coordinamento donne Anpi Basilicata

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