Macchine al posto di operai e gli eroi preconfezionati dai media

La testimonianza di un autotrasportatore dell'associazione Agorà 2.0 – Mt

“Sono con il camion vuoto dalle parti di Torino, l’azienda per non farmi tornare a Napoli senza carico mi trova un viaggio in provincia di Cuneo, Fonti di Vinadio. Metto l’indirizzo sul navigatore e comincio il percorso. Dopo essere uscito a Cuneo, mi incammino su di un passo di Montagna, il Gps mi dice che la strada è quella giusta, ma io non ho fiducia e mi fermo a chiedere. Un benzinaio mi sorride e dice: “Non ti impressionare è questa la strada, più avanti si stringe ancora di più”.

Infatti è così, ad un certo punto mi ritrovo in un centro storico, strade davvero strette, il cassone del camion è all’altezza dei balconi, a destra e sinistra dei magnifici porticati storici, non saprei dire di quale epoca, ma sono davvero molto belli e particolari. Penso ma come sia possibile che in un posto incantato come questo, sia consentito il transito dei Tir. Tempo dopo scopro che gli abitanti della valle sono in guerra, proprio per vietare il passaggio dei mezzi, che oltre a portare inquinamento, stanno mettendo a rischio la tenuta dei monumenti storici del luogo.

Arrivo alla Fonte, scendo dal camion e vado a registrarmi in ufficio, dove mi assegnano la ribalta. Quando entro nel capannone non trovo nessuno, non ci sono operai, carrellisti, ma tanti muletti a guida autonoma che camminano da soli, spostando pancali da una parte all’altra del deposito. Resto sbalordito, un collega siciliano mi spiega come funziona. Quelle macchine hanno sostituito decine e decine di operai, costano, ma non si ammalano, non fanno scioperi, non chiedono ferie, non lamentano infortuni e fanno risparmiare all’azienda tanti soldi.

Ieri leggo un articolo molto commovente: un imprenditore, tal Alberto Bertone, presidente e Ad Fonti di Vinadio, che produce Acqua Sant’Anna, per contrastare la crisi, regala uno stipendio in più ai propri dipendenti. Un gesto singolo che all’imprenditore costa circa 700 mila euro. Questa notizia ha subito commosso il web, che come sappiamo si nutre di eroi preconfezionati.

Ma io sono scettico e mi pongo delle domande. Una società che crea disagio alla popolazione locale, che non investe per spostare la produzione in un luogo più adatto al lavoro industriale, che risparmia milioni e milioni di euro sostituendo gli esseri umani con dei robot davvero riesce a comprare consenso e farsi pubblicità con soli 700 mila euro? Probabilmente no, ma ci riesce perché i media, invece di creare eroi, dovrebbero investigare su ogni gesto, anche quelli fintamente solidali e disinteressati. Marco Manna Agorà 2.0 – Mt