Elezioni: lucani generosi, ma anche fessi

Strana sorte quella della terra di Basilicata. Terre così se ne vedono poche al mondo e così pronte a sacrificarsi per il bene supremo della Nazione

Strana sorte quella della terra di Basilicata. Terre così se ne vedono poche al mondo e così pronte a sacrificarsi per il bene supremo della Nazione. Il petrolio viene preso e portato altrove. Quando finirà non è chiaro chi si occuperà del decommissioning, ossia dello smantellamento degli impianti e della bonifica dei suoli. Verosimilmente mentre i profitti sono a beneficio degli azionisti privati di ENI e Total i costi saranno pubblici. Insomma agenda Draghi.

Poi è terra ricca di acqua che in gran parte è destinata a soddisfare la sete dei pugliesi. La tecnologia oggi consente anche di portar via il sole e il vento sotto forma di energia elettrica. E poi braccia e menti, coltivate con amore da genitori pronti a sacrificare tutto pur di dare un futuro ai propri figli, che rendono forza e saperi altrove.

Persino in tempi di scarsezza di collegi sicuri fornisce approdo a chi difficilmente può trovare spazio nelle terre natie. E quindi all’assalto! Elisabetta Casellati, che con buona probabilità neanche sapeva dove fosse la Basilicata fino a ieri anche perché priva di aeroporto regionale, quasi sicuramente risulterà una degli eletti. C’è poi Matteo Salvini, come si fa a votare uno che vuole l’autonomia differenziale in Basilicata? Mah, misteri!  A contendersi gli altri 5 collegi il campano Enzo Amendola (PD) e il pugliese Mario Turco (M5S). Insomma sondaggi alla mano dei 7 scanni lucani verosimilmente ben 4 andranno a non lucani. C’è anche poi chi, in pieno bias cognitivo, pensa di avere un seguito minimo e qualche possibilità di elezione in Basilicata come il campano Luigi Di Maio. Essendo uno dei tanti lucani altrove è un peccato non essere iscritto nelle liste elettorali di Basilicata: sarebbe stato un immenso piacere per me non votarlo.

Ma come andò nel lontano gennaio 1861 quando il 27 gennaio, il primo turno, e il 3 febbraio il secondo turno, fu votato il primo parlamento italiano? Ecco quanto mi risulta dalle ricerche fatte per la stesura di un mio romanzo .

All’epoca in Basilicata c’erano 10 collegi. Nel collegio di Acerenza, dopo varie vicissitudini, ricorsi e contestazioni prevalse il forlivese Aurelio Saffi. A Corleto Perticara prevalse invece il pugliese Camillo Boldoni.  Presto però gli fu affidato l’incarico di organizzare la Guardia Nazionale delle province meridionali e il 22 giugno 1862 fu eletto il fiorentino Federico Campanella che il 22 dicembre 1863 si dimise e nella tornata del 20 gennaio 1864 fu convalidata l’elezione al ballottaggio del nizzardo Giuseppe Garibaldi. A Melfi fu annullata l’elezione di Giacinto Albini, perché ineleggibile in quanto pubblico dipendente, e fu sostituito dal toscano Domenico Guerrazzi che nella tornata parlamentare del 21 maggio 1961 rinunciò perché nel frattempo già eletto a Casalmaggiore. Il 22 novembre dello stesso anno diventa deputato Argentino Achille di Avellino che entrò a far parte della commissione brigantaggio che contribuì alla stesura della famigerata legge Pica. A Matera il 15 marzo 1861 fu annullata l’elezione di Filippo De Biasio, rieletto l’anno successivo a Napoli, a favore del Duca Pasquale Serra di Cassano, provincia di Cosenza. A Tricarico dopo l’annullamento della elezione di Giacomo Racioppi per gli stessi motivi di Giacinto Albini, fu eletto il veneto Filippo De Boni. In sintesi nella metà dei dieci collegi lucani 5 andarono a non lucani. C’è poi di considerare che nel collegio di Brienza fu eletto Ferdinando Petruccelli della Gattina. Nato a Moliterno il 28 agosto 1815 visse, con ogni probabilità, più all’estero, Londra e Parigi, che in Italia … in Lucania poi quasi per niente. Fu deputato nella VIII legislatura, la prima del Regno D’Italia, e poi ininterrottamente dalla XI alla XIV legislatura.

I lucani eletti furono a Potenza Giuseppe D’Errico, dopo le dimissioni del Conte Saverio Rendina di Campomaggiore. A Muro Lucano Pasquale Magaldi. A Lagonegro Francesco Maria Gallo e a Chiaromonte Francesco Lovito che rappresenterà il seggio dall’ottava fino alla ventunesima legislatura chiusa nel 1904.

Insomma la generosità dei lucani è storica ed enorme. Come si dice: generosi sì, fessi pure!

Pietro De Sarlo