Le donne del Pd lucano, il braccio di ferro e la resa dei conti

Verso le elezioni tra politica e potere in una Basilicata che fa fatica a cambiare

Le donne del Pd proposte candidate da Letta in Basilicata fanno bene a protestare e a chiedere postazioni più dignitose rispetto a quelle dei maschi. Tuttavia sarebbe interessante conoscere le battaglie campali in cui Labollita, Sileo e Locantore siano state protagoniste. Sarebbe interessante conoscere quanto si siano sacrificate per condurre campagne contro l’inquinamento, contro la corruzione, il clientelismo, la mala sanità, la povertà e così via. Non abbiamo grandi notizie su questo versante, tranne il fatto che siano del Pd. Allo stesso modo un’altra esponente indignata del Pd, Barbara Verrastro, dovrebbe informarci sulle sue indimenticabili battaglie condotte in Basilicata a difesa degli emarginati, dei poveri, dei giovani disoccupati. Non abbiamo grandi notizie su questo versante, tranne il fatto che punta i piedi contro il segretario regionale del Pd, a mezzo stampa e via social, per contestare “vecchie pratiche di potere”. Lei scrive, rivolgendosi ai sui amici di partito: “Abbiamo bisogno di candidati che sappiano scendere nelle piazze e che sappiano parlare con gli elettori. … Candidati che siano apprezzati e stimati dalle persone che stanno soffrendo in questo momento così difficile dal punto di vista sociale ed economico.  La politica è un’arte e il PD continua a scegliere i giocatori sbagliati. Abbiamo bisogno di artisti politici, di persone che sappiano lottare sul campo di battaglia, che sappiano fare dibattiti pubblici, che sappiano ammaliare con la parola i lucani …” Sembra il profilo di Marcello Pittella.

Ecco svelato l’arcano: ammaliare. La politica è l’arte di ammaliare. Dio ce ne scampi. Di ammaliatori in giro ce ne sono fin troppi. Lei non sa che decine di migliaia di persone in Basilicata non stanno soffrendo “in questo momento”, ma soffrono da decenni e anche da quando lei è entrata nel Pd.

Detto questo, il ragionamento vale anche per i “maschi” candidati in posizioni favorevoli. Vito De Filippo deve ancora farci sapere dov’è stato tutto il tempo e che cosa abbia fatto per la Basilicata in questi anni. Lui appartiene alla schiera di coloro che dovrebbero assumersi la responsabilità dei risultati raggiunti fino ad ora dalla Basilicata: dati socio-economici e demografici sempre più negativi.

Fuori Marcello Pittella per ragioni legate ai criteri stabiliti per le candidature dalla Direzione del suo partito: “esclusi i consiglieri regionali”, salvo deroghe. Nessuna deroga, al momento. Tuttavia circolano voci circa una sua possibile candidatura con Renzi e Calenda. Di Pittella sappiamo tutto quanto ha fatto per la Basilicata. Un capolavoro.

Anche Salvatore Margiotta escluso in base al criterio dei 15 anni consecutivi in parlamento. Lui ne ha fatti 17. È stato un grande tutore degli interessi della Basilicata? Abbiamo seri dubbi.

L’unica vera novità è la candidatura del giovanissimo segretario regionale Raffaele La Regina. Uno che ci prova a cambiare le cose, almeno così sembra, ma su un terreno minato da lotte di potere e scontri tra correnti, tra vecchi capi e nuovi capetti. Tutti contro di lui, o quasi: dunque qualcosa di buono in lui ci sarà. Lo speriamo. Tuttavia neanche le sue battaglie campali conosciamo, e non sappiamo se la novità è soltanto anagrafica. La storia delle donne indignate per causa delle candidature “fuori posto sicuro”, non appare una battaglia di e per le donne. No, appare come l’ennesima lotta di potere interna al Pd con una resa dei conti nel momento più topico della cosiddetta politica: le elezioni. Il problema non è tra donne e uomini, il problema è tra politica e potere. Fosse per noi, ci sarebbero tante donne candidabili in postazioni di prestigio, in tutti i partiti. Ma tant’è. Il rispetto delle quote di genere potrebbe anche andar bene, ma non solo nel numero dei candidati, soprattutto nel numero degli eletti.