Un neomelodico contro i pentiti di mafia in concerto per San Rocco

Al centro delle polemiche l'esibizione di Daniele De Martino a Savoia di Lucania per i festeggiamenti in onore del santo patrono

Cos’hanno in comune un neomelodico, che in una sua canzone attacca i pentiti di mafia, e San Rocco di Montpellier, il santo tanto venerato in Basilicata? Niente, ovviamente, se non la convinzione (e speriamo la buonafede) di chi ha pensato di portare sul palco di una pubblica piazza un cantante con “molto seguito”, nel suo genere si intende.

Il neomelodico in questione è Daniele De Martino, cantante palermitano da oltre 600mila follower e più di 155 mila brani scaricati su Spotify. La festa in cui è stato contrattualizzato per esibirsi è quella che ogni 16 agosto si celebra a Savoia di Lucania, in provincia di Potenza, in onore del santo patrono, San Rocco appunto. C’è da scommettere che la maggior parte dei cittadini di Savoia, le cui offerte contribuiscono ogni anno a rendere possibile la festa, nemmeno sappia chi è De Martino e a proposito viene da chiedersi come mai il Comitato Feste abbia pensato proprio a lui per chiudere i festeggiamenti in onore del santo protettore. Sapevano chi stavano contrattualizzando? E se sì, qualcuno degli organizzatori ha mai ascoltato una sua canzone o si è mai imbattuto, googlando il suo nome, su uno dei tanti articoli che lo riguardano?

Il concerto è finito al centro delle polemiche sia in paese che fuori. Il vescovo della Diocesi di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio, in una telefonata al parroco di Savoia ha chiesto di annullare il concerto. La sindaca Rosina Ricciardi da noi contattata non solo ha confermato di non sapere chi fosse il cantante palermitano ma ha voluto evidenziare la sua ferma condanna a chi, anche attraverso la musica, veicola messaggi che vanno in senso contrario alla lotta alla mafia. Libera Basilicata in una nota sottolinea l’inopportunità di far esibire De Martino. “La nostra pubblica denuncia-scrive Libera- vuole essere un monito a interrogarci tutti insieme sul quando, come e perché il fenomeno della “malamusica” stia prendendo piede nelle nostre realtà. Non si tratta di un “semplice appuntamento di piazza” che manda in delirio un pubblico entusiasta, ma di un fenomeno ben più complesso e radicato che muove interessi oscuri, subdoli e sottovalutati. Attraverso il microfono si lanciano messaggi pericolosi per sfidare lo Stato e disprezzare chi, con fatica e onestà, affronta sacrifici percorrendo i sentieri della legalità”.

Perché le polemiche? Daniele De Martino, nome d’arte di Agostino Galluzzo, nel 2021 è stato destinatario di un avviso orale da parte del  questore di Palermo, a seguito di attività svolta dalla Divisione anticrimine e come scrive Palermo Today  “a causa di un brano musicale contro i pentiti di mafia e alcuni selfie, pubblicati dal cantante, in compagnia di membri di famiglie mafiose. Il questore aveva “invitato formalmente il cantante a modificare il proprio comportamento sociale nel rispetto della legge a tutela della sicurezza pubblica” perché quei messaggi apparivano “in grado di influenzare le coscienze di numerose persone”. E proprio sull’avviso del Questore di Palermo De Martino, in un’intervista a Repubblica, a firma di Salvo Palazzolo del settembre 2021, aveva assicurato: “Non farò più certe canzoni, rispetterò la legge”. Nell’intervista De Martino assicura che lui canta “il bene e il male della vita” e quando il giornalista Palazzolo gli fa notare che fino ad ora ha cantato solo il male e gli chiede se farà una canzone su Falcone e Borsellino, martiri della mafia, lui risponde che aspetta l’ispirazione.

Il nome di Agostino Galluzzo (vero nome di De Martino), spunta poi in un’intercettazione ambientale del 2020 con il boss del Borgo Vecchio di Palermo, Jari Ingarao, con cui avrebbero discusso di concerti e ingaggi. Le indagini dei carabinieri del nucleo Investigativo, coordinate dalla pm Amelia Luise, -scrive Repubblica- raccontano la grande familiarità di De Martino, al secolo Agostino Galluzzo, con alcuni mafiosi di rango”.

In Basilicata De Martino è noto ai più attenti alle notizie di cronaca per un suo concerto finito nel 2019 nella relazione del Ministero dell’Interno sullo scioglimento del Comune di Scanzano Jonico per infiltrazioni mafiose. Il Ministero infatti scrive “un ulteriore episodio, che per il Ministero attesta inequivocabilmente i condizionamenti dell’amministrazione locale è la vicenda relativa allo spettacolo musicale nell’ambito del cartellone di eventi “Fantastik estate”, della Pro Loco di Scanzano Jonico organizzato da una associazione facente capo direttamente a soggetti intranei alla locale organizzazione criminale e il cui presidente è uno dei destinatari delle misure cautelari emesse dal Gip su richiesta della Dia di Potenza nell’ambito di un’inchiesta per mafia. Un concerto di un cantante neomelodico (De Martino ndr) noto per l’impronta elogiativa del mondo criminale”.

I neomelodici che tanto piacciono anche in Basilicata. Non solo Savoia di Lucania. Lo scorso mese di luglio un altro concerto di Daniele De Martino, previsto per il 14 agosto a San Giorgio di Pietragalla, aveva sollevato altrettante polemiche. Come per Savoia, anche in quell’occasione ad intervenire per chiedere di annullare quel concerto era stata l’associazione Libera che oggi torna sulla questione. E da questo giornale  a giugno scorso avevamo dato la notizia del concerto di un altro cantante e trapper neomelodico, Niko Pandetta, che aveva avuto in passato “guai con la giustizia”. Pandetta si sarebbe dovuto esibire in un locale del litorale di Policoro alla vigilia delle elezioni comunali. Il concerto fu poi annullato.

Al momento non sappiamo se l’esibizione a Savoia di Lucania sarà annullata, sappiamo che la questione rischia di oscurare giorni di festa importanti per la comunità salviana non solo per i tanti devoti del santo di Montpellier ma per tutti quei cittadini che, siamo certi, non spenderebbe un euro per sentir cantare un tizio la cui massima ispirazione artistica (al momento) è definire “infame” un pentito o cantare le gesta di un noto rapinatore di Palermo.