Basilicata, il trasloco preferito da politici e dirigenti

Da una stanza all’altra, da un partito a un’azienda, da un sindacato alle istituzioni e così via

Esiste un fenomeno che riguarda i dirigenti delle organizzazioni di rappresentanza delle imprese o dei lavoratori. Più spesso capita che finito il mandato, si trasferiscano nei partiti, nella politica, nelle istituzioni, nei consigli di amministrazione delle società partecipate e anche di aziende private. E nel frattempo, in attesa della migliore opportunità per traslocare, lavorano in vista dell’obiettivo tutto personale. Ed ecco che le decisioni dell’organizzazione vengono orientate dai leader nella prospettiva della loro cavalcata opportunistica. Iniziative, scelte, dinamica delle relazioni con il potere economico e politico, visibilità mediatica, sono tutte variabili che concorrono a quel traguardo. Le fasi principali sono due: un lavoro intenso al servizio dell’organizzazione per fare carriera all’interno e assumere una posizione dirigenziale e dunque si lavora alacremente per tutelare gli interessi degli associati e promuovere le idee e le proposte dell’organizzazione; successivamente l’organizzazione diventa un mezzo, uno strumento per il raggiungimento di traguardi personali. Si diventa insomma una specie di free rider: si trae vantaggio  dall’organizzazione (patrimonio degli associati o anche della comunità civile) utilizzando tutte le opportunità che questa offre in termini di partecipazione alle decisioni pubbliche, di visibilità mediatica, di consenso degli associati, di relazioni con le sfere dell’economia, della politica, potenzialmente funzionali al disegno individuale di trasloco.

Accade, più spesso, che il percorso riguardi politici al tramonto per un qualunque motivo, i quali traslocano nei Cda delle aziende, private e pubbliche, nelle Fondazioni, o in altri enti.

L’argomentazione maliziosa utilizzata in questo articolo ha un rovescio della medaglia. Dirigenti delle organizzazioni e politici sono propensi al trasloco, e in questa loro ambizione vanno sostenuti, perché non va disperso il loro bagaglio di esperienza e di competenza. Non solo, spesso sono portatori di voti grazie alla loro trascorsa attività. Ci sta. Ma non ricordiamo molti casi di trasloco che hanno portato beneficio alle aziende, agli enti, alle istituzioni in cui sono stati collocati questi signori di fine mandato o sconfitti alle elezioni. Benefici alla collettività non ne abbiamo notati. E ci siamo sempre chiesti se quel posto da dirigente nell’ente pinco pallo sarebbe stato più utile assegnarlo tramite concorso pubblico a un giovane brillante e competente, anziché a un tizio che ha già vissuto e guadagnato abbastanza, abbaiando nelle stanze del potere senza mordere e senza concludere alcunché.