Emergenza cinghiali? Lo sfogo di una capo branco: “siete voi la causa di tutto”

La lettera agli uomini di una sus scrofa: "vi saluto con un grugnito di compassione"

Sono un cinghiale. Sono fiero e combattivo, mi piace vivere nel fitto dei boschi e anche nelle zone paludose, e sono una creatura crepuscolare, perciò mi vedete anche in giro di notte. Durante l’estate mi rotolo nel fango per cercare refrigerio e allontanare i parassiti e durante le belle giornate di sole trascorro molto tempo a sonnecchiare.

Non sono una creatura stanziale ma mi soffermo volentieri nei posti dove ci sono cibo e sicurezza. Sono molto deciso e se mi sento minacciato non esito a reagire e combattere. Purtroppo sono facile preda di lupi e orsi, ma soprattutto di voi umani. Vorrei vivere in pace quei dieci anni che mi spettano per natura ma per colpa vostra rischio grosso. Noi cinghiali ci troviamo bene in Lucania, c’è un habitat molto adatto alla nostra riproduzione.

Ma ormai siamo diventati un’emergenza, la vostra emergenza, colpevole emergenza. Siamo troppi, più di centomila, qui in Basilicata, distruggiamo campi e provochiamo incidenti. Ma è colpa vostra. Soffriamo per il cibo e abbiamo paura dei vostri fucili. Molti di noi si rifugiano nei parchi dove la caccia è vietata. Però non c’è spazio per tutti e alcuni cercano da mangiare nelle campagne e nei paesi: le chiamiamo zone di foraggiamento alternative. Tutto questo è colpa vostra.

Voi umani avete ripopolato il nostro territorio di altre centinaia di nostri fratelli, al solo scopo di darci la caccia e divertirvi come mostri. Ricordate? Non avevate più cinghiali da ammazzare. E allora avete deciso di “ripopolarci”. E noi ci siamo dati da fare, come natura comanda, accoppiandoci e generando figli. Per causa della vostra stupidità, siamo diventati una popolazione fuori controllo. Voi avete perso il controllo! Non lo sapevate che nella mitologia nordica noi siamo associati alla fertilità? Macché, voi siete solo esperti di fucili da caccia e di carne alla brace. Mi dispiace per gli agricoltori, capisco il loro grido di aiuto, ma devono sapere che all’origine del disastro c’è l’uomo non il cinghiale.

Dite che l’emergenza siamo noi. Siete voi l’emergenza da affrontare. È dentro di voi che dovete guardare. E se foste onesti quel fucile non dovreste puntarlo contro il mio piccolo figliolo o contro di me.  Dovevate rispettare i ritmi della natura, lasciandoci in pace. Ma voi, voi mettete le mani sempre dappertutto! Ed ecco i risultati. Se aprite meglio gli occhi il disastro lo vedete, è intorno a voi. Un giorno con noi e con i nostri fratelli animali, anche voi ci lascerete la pelle. Adesso, lo sappiamo, l’unica soluzione per voi è il nostro sterminio. Ebbene, ammazzateci, siamo anche disposti a morire per voi, nella speranza che non commettiate in futuro gli stessi errori. Nella speranza che sappiate trarre una lezione di umanità da questo mio sfogo di animale. Vi saluto con un grugnito di compassione.