Il governo sblocca altri tre impianti eolici in Basilicata e Donato Macchia incassa un ‘quadrifoglio’ da milioni di euro

Si tratta di 163,8 MW: un’altra mazzata al territorio e un colpo di fortuna per il business dell’energia

Su 314 MW complessivi di energia rinnovabile sbloccati dal Governo 163, 8 MW sono in Basilicata. In provincia di Matera, nei comuni di San Mauro Forte, Salandra e Garaguso, dovrebbe sorgere un impianto eolico per una potenza di 72,8 MW, mentre in provincia di Potenza si attende quello di “Venusia”, tra i comuni di Venosa e Maschito, da 36 MW. A questi si aggiunge la realizzazione dell’impianto eolico da 55,8 MW nei comuni di Muro Lucano, Bella e Balvano, sempre in provincia di Potenza. Vediamoli in dettaglio.

“Serre d’Olivo” e la Total

L’impianto da 72,8 MW nel territorio di San Mauro Forte, Salandra e Garaguso, aveva già suscitato reazioni negative da parte delle comunità locali. Ma si sa, con la scusa della crisi energetica e della transizione ecologica, la Basilicata è tra gli agnelli da sacrificare, come se non fosse già stata invasa da un’ondata di parchi eolici selvaggi.

Il progetto prevede l’installazione di 14 aerogeneratori per una potenza unitaria pari a 5,2 MW e per una potenza complessiva pari a 72,8 MW con relative opere connesse per il collegamento alla rete di trasmissione nazionale. L’impianto da progetto denominato “Serre d’Olivo” da realizzarsi nel comune di San Mauro Forte, in provincia di Matera, viene collocato quasi interamente nel comune di San Mauro Forte e parte nel comune di Salandra. “Serre d’Olivo”, sembra uno scherzo, o uno schiaffo al territorio.

I proponenti, nella relazione di progetto, affermano che “l’area ricade in zona agricola in cui non sono presenti insediamenti abitativi stanziali, sono tuttavia presenti delle masserie, alcune delle quali abitate, e dei capannoni ad uso agro-silvo-pastorale.” In verità si tratta di una zona dal paesaggio unico, a forte vocazione agricola e pastorale. Il sito scelto per l’installazione del parco eolico è dislocato ai due lati del torrente Salandrella al confine tra i comuni di San Mauro Forte e Salandra e per l’esattezza a sud-est del comune di San Mauro Forte e a sud-ovest rispetto al comune di Salandra, da entrambi dista 7 km in linea d’aria.

È un’opera mastodontica, saranno realizzate 14 fondazioni in calcestruzzo armato, con relativo impianto di messa a terra; piazzole definitive per l’esercizio dell’impianto; strade per l’accesso alle piazzole e dunque alle turbine; modifiche alla viabilità esistente; cavidotti; stazione elettrica e raccordo aereo. L’illuminazione della stazione sarà realizzata con torri faro a corona mobile, alte 35 metri. I rotori degli aerogeneratori di progetto hanno diametro pari a 162 metri. Le torri probabilmente saranno alte fino a 200 metri dal livello del terreno. Senza contare l’elettrodotto aereo dell’alta tensione da 150 kW e dei cavidotti.

Immaginate questo cantiere, poi immaginate l’impianto concluso: quella parte di territorio sarà completamente stravolta e avrà effetti anche sul paesaggio intorno a distanza di chilometri. Nell’ottobre 2019 l’intero consiglio comunale, le associazioni, i cittadini e anche il Sindaco di Salandra hanno espresso un netto parere contrario alla realizzazione di questo mega parco eolico. Il proponente è la ITW San Mauro Forte S.r.l., diecimila euro di capitale, costituita il 22 luglio 2019 con sede legale in Potenza alla via del Gallitello 89. Ma dietro l’impianto c’è anche la Total. Per approfondimenti, dettagli e retroscena di questo progetto clicca qui.

Impianto eolico “Monte Raitiello” e l’ennesimo affare di Donato Macchia

L’impianto eolico da 55,8 MW sarà realizzato nei comuni di Muro Lucano, Bella e Balvano. Sono previsti 25 aerogeneratori di cui 18 con una potenza nominale unitaria di 2 MW ciascuno, 6 di potenza da 3 MW e 1 con potenza da 1,8 MW. Il progetto sarebbe stato poi modificato con una riduzione a 16 aerogeneratori. Anche Muro Lucano è ormai circondato da pale eoliche in un contesto paesaggistico che andrebbe salvaguardato. Proponente la società Monte Raitiello S.r.l. il cui amministratore unico al momento della richiesta di proroga del giudizio favorevole di Compatibilità Ambientale, nel settembre 2018, era Domenico Colangelo. Personaggio a noi conosciuto che, nel corso della nostra inchiesta sull’eolico selvaggio, compare spesso nelle visure delle Società della famiglia Macchia con diversi incarichi societari. Però, da marzo 2022 c’è il cambio: amministratore unico diventa Donato Macchia. Il cambio avviene 6 mesi prima dello sblocco annunciato oggi dal Governo. La Società Monte Raitiello S.r.l. ha un capitale sociale di 700mila euro, interamente conferito in denaro, ha sede legale a Potenza al solito indirizzo di Via della Tecnica 18.  Chi è il socio unico e proprietario della Società Monte Raitiello S.r.l.? Un’altra Società della famiglia Macchia: la Inerti S.r.l., con sede legale a Filiano, capitale sociale 10mila euro, amministratore unico Nicola Macchia, figlio di Donato, proprietari Ni.Co.Mar. S.r.l., sempre Macchia, con il 15,67%, la Karos S.r.l., amministratore unico Domenico Colangelo, con il 33,33% e il Gruppo Macchia con il 51%. Tutte Società ormai note a chi segue da anni la nostra inchiesta sull’eolico selvaggio. Insomma, non c’è che dire: anche il Gruppo Macchia con questo sblocco degli impianti si appresta ad incassare un “quadrifoglio” da milioni di euro.

Parco eolico “Venusia”

Il Proponente è E. On Climate & Renowables Italia S.r.l. poi “RWE RenewablesItalia S.r.l.” L’impianto è costituito da 8 aerogeneratori, ciascuno di potenza pari a 4,5 MW, per una potenza complessiva di 37 MW. Prima della modifica del progetto l’impianto previsto era di 10 aerogeneratori per complessivi 45 MW. La zona è già invasa da pale eoliche persino a ridosso delle strade di transito come nel caso di Ginestra a pochi passi da Venosa. Intorno alla stessa città oraziana, ricca di storia arte e cultura, e nota anche per il vino, ormai gli impianti hanno circondato un vasto territorio.

Intanto la Basilicata, senza distinzione alcuna, in molte zone si è trasformata in un paesaggio inguardabile. A farne le spese soprattutto l’agricoltura e il turismo, oltre che la qualità della vita di migliaia di cittadini. A guadagnarci gli uomini d’affari e gli speculatori. I 168 Mw sbloccati oggi dal Governo non incideranno nemmeno un centesimo sul risparmio della bolletta energetica di famiglie e imprese. Tutto questo nel nome di una falsa transizione ecologica che in Basilicata assume sempre più i contorni di una selvaggia violenza alla sua bellezza e al suo futuro.

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