Inaugurata a Buenos Aires la mostra sull’artista lucano Tomás Ditaranto foto

L'esposizione accende i riflettori sul celebre artista italoargentino nato a Montescaglioso nel 1904

Inaugurata il 24 novembre scorso nella sede del Circolo Italiano di Buenos Aires la mostra collettiva “Cielos diferentes. Tomás Ditaranto, l’artista dei due mondi. L’arte figurativa: pittori lucani a confronto”.

L’iniziativa, promossa dalla Regione Basilicata e organizzata dall’Associazione Mondi Lucani,  accende i riflettori sul celebre artista italoargentino Tomás Ditaranto, nato a Montescaglioso, in provincia di Matera, nel 1904 ed emigrato con la famiglia a Buenos Aires qualche anno dopo.

Un’esposizione che se da un lato celebra l’arte di Ditaranto dall’altro crea una connessione con il presente attraverso le opere di quattro artisti lucani contemporanei della Galleria IdeArte di Potenza: Maria Ditaranto, Giovanni Spinazzola, Antonio Cillis e Dino Ventura.

L’inaugurazione della mostra è stata preceduta da un seminario di studio aperto dai saluti istituzionali del Console generale d’Italia a Buenos Aires, Marco Petacco, e del Capo di Gabinetto della Regione Basilicata, Michele Busciolano. A fornire un’analisi attenta e dettagliata sull’opera creativa di Ditaranto è stato il docente universitario e critico d’arte prof. Julio Sánchez Baroni. Subito dopo, gli interventi della famiglia Ditaranto, con le testimonianze dei nipoti, attivamente coinvolti in tutte le fasi dello sviluppo del progetto. Le conclusioni sono state affidate a Maria Andriulli, Presidente dell’Associazione organizzatrice “Mondi Lucani”.

“Un evento di straordinaria importanza, tra le prime iniziative dopo la parentesi pandemica che, grazie alla Regione Basilicata, riattiva il mondo associativo. Un’occasione di confronto a partire dalla valorizzazione degli scambi culturali fino alla promozione del turismo delle radici” è stato il commento del Console generale d’Italia a Buenos Aires, Marco Petacco.

“Con la mostra ‘Cielos diferentes’come Associazione Mondi Lucani sentiamo ancora più forte l’impegno assunto per la valorizzazione dell’artista Tomás Ditaranto in prospettiva di ulteriori azioni ed eventi per rafforzare il ponte culturale con l’Argentina”. Le parole di Maria Andriulli, Presidente dell’Associazione Mondi Lucani.

Tommaso Ditaranto nasce il 24 febbraio del 1904 a Montescaglioso, antico centro della Basilicata, regione del sud Italia. Qualche anno dopo la famiglia emigra in Argentina e si stabilisce nella capitale.

Impara il mestiere di fabbro dal padre, ma presto il giovane Tomás, come ormai viene chiamato, è ammesso a frequentare la Scuola delle Belle Arti di Buenos Aires. Frequenta i corsi dell’Academia Nacional de Arte e dell’Academia Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires, sotto la guida dei maestri Antonio Alice, Emilio Centurión, Alberto Rossi e Pio Collivadino.

Nel 1927, a 23 anni, diventa professore di disegno e pittura. Sono anni di grandi fermenti; è questo il periodo in cui incontra il pittore Quinquela Martín, con il quale stringe una grande amicizia che durerà tutta la vita. Nel 1929 sposa Maria Carmen Brindesi, dalla quale ebbe due figli: Hugo, nato nel 1930, e Haydé Susana, nata nel 1932. Nello stesso anno debutta al Salón Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires. Insegna presso l’Academia Nacional de Bellas Artes, ma sarà docente anche nella scuola fondata da Quinquela Martín nel quartiere de La Boca.

È docente anche presso l’istituto diretto dall’artista incisore Victor Rebuffo e diventa direttore della Casa de la Provincia di Buenos Aires. Un vero “nomadismo artistico” il suo, per dipingere i paesaggi e le figure in costume tradizionale che caratterizzano lo stile pittorico dell’artista italoargentino nel segno del “costumbrismo”. Nel 1950 viene invitato all’esposizione “24 pittori argentini” che si tiene presso i saloni dell’Hotel Provincial Mar Del Plata e sempre lo stesso anno è invitato ufficialmente ad esporre a La Paz in Bolivia. Dal 1951 al 1952 per motivi di studio, approda in Europa e visita l’Italia, la Svizzera, la Francia e la Spagna. Per la prima volta, nel 1951, torna a Montescaglioso richiamato dal desiderio di conoscere il luogo dei propri natali.

Nel 1954 partecipa alla mostra “50 anni di pittura argentina”, della Comisión Nacional de Bellas Artes al Museo Nazionale a Buenos Aires e alla seconda Biennale ispanoamericana a La Habana. Tra il 1955 e il 1959 viaggia in numerosi Paesi europei e al ritorno in patria espone opere dei paesaggi visti presso la Galleria Argentina. Nel 1963 in Spagna visita le principali città iberiche in veste di studioso dell’Instituto de Cultura Hispánico di Madrid, dove espone le sue opere. Nel 1965, espone nell’ambasciata argentina a Roma. E’ chiamato a illustrare l’edizione multilingue del “Martín Fierro”. Nel 1969 viaggia in Europa: Olanda, Cantabria, Marocco (Tangeri e Tetuan) e Italia. Il 26 agosto 1976 viene insignito dal Congreso de las Naciones della “Distinción MUDS (Movimiento Universal de Síntesis)” nel campo delle arti plastiche, importante onorificenza con la quale diventa membro onorario della “Meritocracia de la Humanídad”. Un riconoscimento – si legge nella comunicazione ufficiale – per il suo rilevante percorso che ha contribuito positivamente al progresso sociale.

Nel 1979 torna nel suo paese d’origine, dove dipinge il “Cristo con la corona di spine”, che dona al caro cugino, Nicola Balsebre che a sua volta nel 2016 lo dona a Papa Francesco. La vista lo sta abbandonando, ma l’immaginazione e il suo genio gli permettono di trasferire in quel prezioso olio la densità di uno sguardo azzurro mare, che identifica con i suoi stessi occhi. Il 28 agosto 1985 si spegne a Buenos Aires, dopo aver dedicato 67 anni di vita all’arte, alla pittura e al disegno in tutte le sue declinazioni.