Superbonus: “il governo Meloni fa chiudere 55mila imprese”

Carmelo Finocchiaro, presidente nazionale di Confedercontribuenti: “il governo Meloni, con le scelte di ieri sera sul superbonus, ha deciso di far precipitare l'edilizia in una profonda crisi e di distruggere oltre 55.000 imprese italiane"

“Il Governo Meloni, con le scelte di ieri sera sul Superbonus, ha deciso di far precipitare l’edilizia in una profonda crisi e di distruggere oltre 55.000 imprese italiane. Serve un fronte compatto e deciso per fermare queste scellerate scelte decise a sorpresa con un’integrazione all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, in merito anche al decreto in materia di cessioni dei crediti di imposta relativi agli interventi fiscali, come lo stop totale a sconto in fattura e cessione del credito (d’ora in avanti per i nuovi interventi edilizi… e non quelli già avviati… rimane solo la strada della detrazione d’imposta) e come il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi”.

Il grido di allarme giunge dal Presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, il quale sottolinea che “continua purtroppo il tentativo di far fallire le piccole e medie imprese italiane, visto che è stata bloccata la cessione del credito, quale fondamentale elemento di sviluppo. E siccome riteniamo che questo non sia possibile – aggiunge il presidente Finocchiaro -, noi di Confedercontribuenti siamo pure convinti che, così facendo, si stanno inducendo tante imprese a rivolgersi perfino al mondo dell’usura criminale, pur di evitare il fallimento. E dunque questo non è assolutamente possibile! Si intervenga subito! Riteniamo, inoltre – sostiene il presidente nazionale di Confedercontribuenti – , che questo decreto-legge varato a sorpresa ieri sera dal governo Meloni sia da considerare una vera e propria pietra tombale sul Superbonus, segnando di fatto la fine degli incentivi in edilizia, e lo dimostrano: il divieto di acquisti da parte delle pubbliche amministrazioni; la disattivazione della norma quadro che regola le cessioni (articolo 121 del decreto Rilancio); il fatto che Comuni, Province e Regioni non potranno più incollarsi i crediti fiscali legati ai lavori di ristrutturazione (da oggi contabilizzati come indebitamento e possibili solo in forme limitatissime); l’alleggerimento delle responsabilità dei fornitori che applica lo sconto in fattura e la cancellazione della cessione e dello sconto (anche se l’unica opzione possibile è la normale detrazione d’imposta).

Sono queste responsabilità che portano il governo Meloni a diventare complice di questo gioco che mira al massacro delle imprese italiane -conclude il presidente nazionale di Confedercontribuenti- con il rischio di perdere anche migliaia di posti di lavoro”.