Basilicata. Sotto la cenere la brace degli interessi

Il Parco Regionale del Vulture campo di battaglia per l’assalto alle risorse pubbliche

La vicenda del Parco Regionale del Vulture non sarebbe così confusa come appare, ma di più. Interessi forti si sarebbero messi in moto sin dalle origini. Ricostruiamo e sintetizziamo  la storia  della nomina del presidente.

il Presidente dell’Ente Parco è nominato dal Consiglio regionale, sulla base di un elenco di cinque persone designate dalla Comunità del Parco. Il Presidente del Consiglio Regionale pubblica l’Avviso per il conferimento dell’incarico e richiama requisiti prescritti dalla legge regionale e dallo Statuto dell’Ente Parco.

La Comunità del Parco propone al Consiglio regionale una rosa di cinque nomi: i sindaci dei Comune rientranti nel perimetro del Parco tra i quali Donato Sperduto, sindaco di San Fele. Siamo nell’ottobre 2020 e si aprono le polemiche politiche.

Infatti, la Prima Commissione consiliare regionale, alla quale spetta la valutazione e la verifica tra i requisiti posseduti dai candidati il 28 ottobre 2020, esprime parere sfavorevole su tutti i nomi indicati dalla Comunità del Parco, per mancanza dei requisiti. A questo punto il Consiglio regionale chiede alla Comunità del Parco di proporre altri nominativi in possesso dei requisiti.

La Comunità del Parco, propone cinque nomi: tre Sindaci (Biagio Cristofaro, Antonio Murano e Donato Sperduto) e due tecnici, e successivamente una terna composta dal Sindaco di San Fele (Donato Sperduto) e dagli stessi due tecnici.

La Prima Commissione Permanente del Consiglio Regionale, nella seduta del 30.06.2022, esprime parere favorevole in merito alla candidatura dei due “tecnici” e ribadisce il parere negativo, sempre per mancanza di requisiti, alla candidatura del Sindaco di San Fele (Donato Sperduto). Quali sono i requisiti fondamentali? “Competenza ed esperienza in amministrazione pubblica o privata in materia di tutela, valorizzazione e gestione dei patrimonio naturalistico ed ambientale, che conoscano il territorio e le sue problematiche e che si siano distinte per la loro attenzione in tema di tutela dell’ambiente”.

E invece?

Ciò nonostante, il Consiglio Regionale sottopone alla scelta elettiva il candidato Sperduto che, all’esito della votazione, 13 favorevoli su 18, ottiene il maggior numero di suffragi e viene nominato presidente del Parco con deliberazione del C.R. n. 440/2022.

La scelta si rivela del tutto contraddittoria con l’orientamento già assunto dal Consiglio Regionale con la precedente deliberazione, espressione della condivisione del parere della Prima Commissione Permanente in ordine alla mancanza di requisiti (anche) in capo al Sindaco Sperduto.  Quella deliberazione si rivelerebbe anche illegittima poiché il Consiglio Regionale, in procinto di tener ferma la candidatura del Sindaco Sperduto, avrebbe dovuto riformulare, motivandola, nuova richiesta di parere alla Commissione Permanente. “La grave omissione è di per sé bastevole a supportare l’invalidità della nomina e il suo annullamento per via giurisdizionale”, scrive Paolo Appiano, uno dei tecnici allora designati alla nomina di presidente del Parco, nel suo ricorso al Tar per l’annullamento della deliberazione n. 440/2022.

Fin qui la ricostruzione dei fatti attraverso le carte del ricorso al Tar e attraverso il testo di una mozione presentata dal consigliere regionale Roberto Cifarelli il 21 novembre scorso con la quale chiedeva al presidente del Consiglio regionale la revoca, in autotutela, della deliberazione n.440 del 26 luglio 2022. Il Tar dovrebbe pronunciarsi a breve, l’8 febbraio prossimo. E la mozione di Cifarelli dovrebbe essere in discussione nella prossima seduta del Consiglio Regionale. Alla data di presentazione della mozione il presidente del Consiglio Regionale non aveva ancora effettuato formalmente a nomina di Sperduto, nonostante il pronunciamento favorevole a maggioranza del Consiglio. Ma è solo una questione di requisiti, di procedure e di politica? Andiamo a vedere.

Il consigliere comunale di San Fele passato dalla minoranza alla maggioranza

Il 27 settembre 2022, la Giunta Comunale di San Fele designa quale componente del consiglio direttivo del Parco, in rappresentanza del Comune, il consigliere Mario Russo. A proposito di requisiti il regolamento del Parco, all’articolo 14 recita: “Ai fini della nomina dei componenti del Consiglio Direttivo devono essere designate persone che abbiano comprovata competenza ed esperienza in amministrazione pubblica o privata in materia di tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio naturalistico ed ambientale, che conoscano il territorio e le sue problematiche e che si siano distinte per la loro attenzione in tema di tutela dell’ambiente”.

A leggere la delibera di nomina Russo avrebbe i requisiti poiché “svolge il ruolo di  stretto collaboratore del Sindaco nell’espletamento delle funzioni attinenti le politiche ambientali ed è in possesso delle competenze necessarie e sufficienti per assumere tale incarico”. Qualcosa non quadra in questa descrizione e lo fa sapere al mondo intero il Gruppo di minoranza “Impegno Comune”: “la nomina di Russo è profondamente viziata da affermazioni non veritiere , in particolare dove si dichiara che il nominato consigliere comunale , svolge il ruolo di  stretto collaboratore del Sindaco nell’espletamento delle funzioni attinenti le politiche ambientali ed è  in possesso delle competenze necessarie e sufficienti per assumere tale incarico… il consigliere Carmine Russo è dal 24 giugno 2021  alla sua prima  carica Istituzionale,  senza alcuna esperienza amministrativa in materia di politiche ambientali ,essendo stato eletto nella lista Impegno Comune di minoranza  e svolge il ruolo di consigliere di opposizione e non certamente di stretto collaboratore del Sindaco.” Insomma Mario Russo in quota Fratelli d’Italia eletto con una lista civica composta da esponenti Pd, M5S e di destra in opposizione alla Lista Pd Leu del sindaco Sperduto, non avrebbe alcuna esperienza amministrativa né competenze in materia ambientale. Tuttavia Sperduto, Pd, si porta in maggioranza un esponente di Fratelli d’Italia e lo nomina nel consiglio direttivo del Parco. Ma la domanda è perché il Consigliere passa dalla minoranza di “Impegno Comune” alla maggioranza del sindaco Sperduto? Per ottenere l’incarico nel consiglio direttivo del Parco? Per sostenere Sperduto nell’elezione a presidente del Parco?  Insomma, è evidente che in queste faccende l’appartenenza o meno a un partito politico è marginale, conta poco o nulla: i presunti ideali abdicano senza batter ciglio ai presunti interessi personali e autoreferenziali.

Già al momento delle elezioni comunali, ci dicono alcune fonti, sono emersi strani versamenti di voti da una lista all’altra da un candidato all’altro. Legittime dinamiche elettorali? Certamente, ma tutto lascia immaginare che vi siano state forti interferenze “apartitiche” per eleggere a tutti i costi Donato Sperduto.

Quali interessi?

È questo il punto. La partita non si gioca tra esponenti politici o tra diverse visioni sul futuro del Parco e dell’economia della zona, no. La Partita si gioca sul campo delle risorse destinate a quel territorio. La posta in gioco è altissima: ben 20 milioni di euro del Pnrr per il Borgo Lanari di Monticchio, oltre agli altri progetti in corso e alle connessioni con le risorse delle aree interne e del Gal. Intorno a questo “malloppo” ruotano personaggi che hanno mani e piedi dappertutto: nei partiti, nelle istituzioni locali, nell’imprenditoria in chiaro e in quella “sommersa”. Perché alcune nostre fonti del posto ci segnalano tentativi di “legittime pressioni” affinché nulla cambi circa la nomina di Sperduto a presidente dal Parco? Perché nulla dovrebbe cambiare? E a proposito della deliberazione del Consiglio regionale n.440 del 26 luglio 2022, quella impugnata dinanzi al Tar, chi ha convinto Bardi e gli altri a nominare Sperduto nonostante tutto? Con quali argomenti?

Una curiosità. Nelle discussioni da Bar, da quelle parti circola con insistenza un nome: Generoso Vittorio Donofrio. Chi è? E Perché si parla di questo imprenditore di San Fele? Probabilmente perché è un intraprendente manager di grande successo molto conosciuto nella zona, una speranza per il territorio. Cercheremo di capire.

Intanto, c’è da augurarsi che il legittimo presidente del Parco sia una persona competente, tecnicamente all’altezza, con una completa esperienza amministrativa legata alle questioni ambientali e allo sviluppo sostenibile e che magari abbia anche conoscenze giuridiche. Soprattutto, sia capace di tenere testa agli inevitabili tentativi di ingerenze estranee agli interessi delle popolazioni locali. Staremo a vedere cosa succederà nella seduta del prossimo Consiglio Regionale.