Il ddl Calderoli sull’Autonomia differenziata fa piangere o forse fa ridere

Non abbiamo mai avuto una classe dirigente nazionale, e non l’abbiamo neanche ora, ma solo dei politicanti con una visione chiusa all’interno del proprio ridotto circolo esperienziale locale

Lo ammetto, questo è un Paese per economisti, show girls e show men ma poco adatto a ingegneri, come me, e a chi sente la necessità di un minimo di rigore logico. Già perché se non è un paese da avanspettacolo questo, dove il segretario in pectore del PD, Stefano Bonaccini, passa da una posizione di ascaro della autonomia differenziata a suo oppositore oppure dove la neo premier Giorgia Meloni da vestale della Patria, anzi da Patriota della Nazione, diventa sponsor del DDL Calderoli, altrimenti noto come ‘spaccaitalia’, quale mai potrà esserlo?

Nel merito del decreto invece le barzellette iniziano dalla premessa che il DDL nasce: “… per favorire la semplificazione delle procedure, l’accelerazione procedimentale, la sburocratizzazione, …”. Perdonatemi, qualcuno ha evidenza che le classi politiche e amministrative regionali siano migliori di quelle nazionali e sappiano produrre migliori risultati? Vogliamo parlare del Covid e della sanità lombarda?

Procedendo leggiamo “…i diritti civili e sociali devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, …”. Sembra una tautologia, qualcuno può avere da eccepire?

Ma il diavolo, o per meglio dire la perenne presa per il sedere delle italiche genti, si nasconde sempre nei dettagli. Perché viene scritta una cosa così ovvia? Per caso oggi non sono garantiti i diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale? E se così fosse vorrebbe dire che in questo Paese qualcuno ha violato il patto Unitario prima di quello Costituzionale, e se c’è una differenza da colmare quanto vale in termini di denari?

Secondo Svimez: “Per calcolarli serve una mappatura dei Lep, che richiede tempo. È credibile che per colmare il gap siano necessari almeno cento miliardi di euro”. Almeno cento miliardi? Tutto ciò significa che dal giorno dopo alla approvazione del DDL Calderoli al Sud pioveranno cento miliardi ogni anno per far sì, solo per esempio, che i LEP dei pendolari della Circumvesuviana siano gli stessi di quelli delle Ferrovie Nord?

Forse Svimez si sbaglia ma dopo che saranno formalizzati e quantificati i fabbisogni economici per garantire gli stessi diritti sociali e civili in tutto il Paese potremmo non finanziarli e far finta di nulla? Perché se Svimez non si sbaglia avremo certificato una discriminazione territoriale colossale e nulla potrà più essere come prima e forse occorrerà ricorrere alla Corte di Giustizia Europea perché sarebbe, oltre che intollerabile, una violazione palese dei diritti di una parte della popolazione italiana. E qui occorre ricordare che il divario Nord – Sud, minimo al momento della Unità d’Italia, è aumentato a dismisura.

Forse perché sbagliavano gli ‘eroi risorgimentali’ meridionali nel pensare che i Savoia avrebbero risolto i problemi che con i Borbone erano inchiodati? Forse perché la quotizzazione delle terre c.d. usurpate, promessa da Garibaldi, è avvenuta con la riforma agraria, 90 anni dopo, e quando ormai il Paese si lasciava alle spalle il suo passato contadino e iniziava l’industrializzazione per scelta solo al Nord? Forse perché ancora nel 1902, dopo 40 anni dall’Unità, Zanardelli trovò incredibile che gran parte del Mezzogiorno si dovesse attraversare ancora a dorso di mulo? Forse perché le risorse della Cassa per il Mezzogiorno non furono aggiuntive ma sostitutive di quello che altrove si faceva con la fiscalità ordinaria? Forse perché negli anni ’80 si iniziò l’avvio della industrializzazione del sud quando c’era già in corso la globalizzazione? Forse perché, con l’avvento della Unione Europea, mentre Kohl unificava le due Germanie riempendo di strade e ferrovie la Germania Est e pretendendo l’espansione verso Est dell’Europa al Sud si cancellarono, per entrare nell’euro, importanti progetti infrastrutturali e invece di espandersi verso il Mediterraneo l’Europa da questo mare si è ritirata lasciandolo in mano ai turchi?

Oppure perché, mutuando Montanelli che diceva che fatta l’Europa gli italiani sarebbero diventati europei mentre tedeschi e francesi sarebbero riamasti tedeschi e francesi, con l’Unità d’Italia i meridionali diventarono italiani mentre piemontesi, lombardi e veneti rimasero piemontesi lombardi e veneti?

Fatto è che non abbiamo mai avuto una classe dirigente nazionale, e non l’abbiamo neanche ora, ma solo dei politicanti con una visione chiusa all’interno del proprio ridotto circolo esperienziale locale.

Fatto è che se il divario tra il Mezzogiorno e l’Italia con l’Unità è aumentato a dismisura con l’introduzione dell’euro è aumentato a dismisura il divario tra l’Italia e i paesi del Nord Europa, forse anche perché abbiamo ‘eroi’ europeisti che pensano che i nostri problemi debbano risolverli la Germania e la Francia. Qui il testo del ddl