Stellantis Melfi, parla un lavoratore: “Mi è stato detto la tua mansione non esiste più”

"C'è un mio collega impiegato che è rimasto quasi 2 anni a casa perché la sua mansione non esisteva più"

“Quando ho iniziato a lavorare sulla linea, tanti anni fa, questa di Melfi era una realtà produttiva, dinamica – spiega un lavoratore – Dalla linea sono passato alla Qualità, ai Laboratori”. Alcuni lavoratori, sono quindi entrati nel cuore “della Ricerca, dell’Ergonomia. della Tecnologia”. Accadeva mentre la Fiat, poi Sata, sembrava correre con slancio del mercato. E dello Stato. Deve essere successo qualcosa, 2 anni fa, con la fusione in Stellantis. Qualcosa che covava sotto la cenere e che ha ridisegnato tutto. “All’improvviso – racconta un altro lavoratore – l’eccellenza, il fiore all’occhiello non esistevano più. L’Ente di Formazione, la Tecnologia, i laboratori di Qualità, evidentemente non avevano più lo stesso valore. Oggi arrivano i pezzi e si montano. Punto”.

Si sono ritrovati tutti operai semplici, senza distinzioni. “C’è un mio collega impiegato che è rimasto quasi 2 anni a casa perché la sua mansione non esisteva più – sottolinea la nostra fonte – E anch’io mi sono trovato davanti alle stesse spiegazioni, dalla Qualità alla linea perché la tua mansione non esiste più”. Qualcun altro si è trovato “dal Laboratorio a fare il tradottista”. Sempre la stessa motivazione. Un improvviso livellamento di valori e competenze acquisite. “Non per tutti è andata allo stesso modo – aggiunge però uno di loro – parenti e amici di capi e sindacalisti sono rimasti al loro posto. Sono i pochi intoccabili”. Per gli altri, invece, la mansione non esisteva più e bisognava accettare di tutto. Per molti c’è stato un ritorno sulla linea. Un peregrinare tra postazioni. Ed ecco cosa hanno ritrovato. “Oggi si lavora su un’unica linea, la più vecchia, mentre Stellantis ha voluto smantellare la più nuova con il placet dei sindacati, è assurdo”.

E ancora: “Tutti attaccati l’uno all’altro. Si montano le batterie a mano, una per una, senza neanche l’ausilio dei carrelli, con fatica fisica e rischio per la sicurezza. Siamo tornati indietro di oltre 30 anni, come se le battaglie per i diritti non ci fossero mai state”. In sintesi, quindi, risparmio “anche sulla Qualità” e condizioni di lavoro “precipitate qualche decennio indietro”. Un “cambio mansione” generalizzato che non ha risparmiato quasi nessuno. “E’ una politica aziendale che ha peggiorato le condizioni di tutti e che ha smantellato anche quelle piccole realtà ‘tecnologiche’ che si erano formate con gli anni – aggiungono le nostre fonti – Siamo in continuo cambio mansione, chissà se ce la troveranno una o se toccherà pure a noi stare un anno a casa a impazzire”. A parte “i pochi e soliti raccomandati interni sotto l’egida di capi e sindacati”, oggi questa è la situazione che ci viene descritta. “Altro che fiore all’occhiello, come ci chiamavano un tempo”. C’è un ultimo affondo che ci consegna questo gruppo di lavoratori: “Stellantis ha voluto creare una guerra tra poveri, vuole metterci uno contro l’altro, per i suoi scopi. E se era questo l’obiettivo, ci sta anche riuscendo. Esasperarci, dividerci e portarci al licenziamento. Perché siamo in esubero”.