“Un anno per una visita neurologica a domicilio”

Il racconto di Antonella, che assiste l'anziano padre malato. "E sul foglio c'è anche scritto che prima della visita, l'11 marzo 2024, mi chiameranno per farmi sapere se ci saranno altre variazioni di data"

“Non è possibile, a venir meno è la dignità della persona, il diritto di un anziano ammalato; una società che non cura i più fragili è una società indegna”. Questo, a caldo, ha pensato Antonella, stamani, dopo aver prenotato una visita neurologica all’anziano padre, al poliambulatorio Madre Teresa di Calcutta di Potenza. Il papà, che abita a Savoia di Lucania, soffre di Parkinson e demenza senile, sta peggiorando a vista d’occhio. Lei ha scelto di curarlo amorevolmente da quando la mamma non c’è più.

PER LA VISITA TORNI L’11 MARZO 2024″ “Solo negli ultimi mesi papà è caduto 3 volte dal letto mentre si girava, non sta bene e il suo è un quadro in progressivo peggioramento”, spiega Antonella, che da alcuni anni, anche togliendo tempo alla sua famiglia, lo sta assistendo notte e giorno. “Avremmo bisogno di presidi sanitari, tra cui un letto con le sbarre proprio per evitare eventuali altre cadute”, prosegue. Per questo qualche giorno fa è andata in una sede dell’Azienda sanitaria, a Potenza, per chiedere come fare ad entrare nel programma di assistenza domiciliare integrata, noto come Adi. “Mi è stato detto di passare prima dal medico di famiglia per un certificato e poi prenotare  al Madre Teresa di Potenza, struttura che fa capo all’Azienda sanitaria del Capoluogo”. E così ha fatto. Stamattina Antonella è andata al Madre Teresa e le è stata rilasciata la carta di prenotazione della visita. “Quando ho letto 11 marzo 2024 non credevo ai miei occhi”, ammette. “Si tratta di una visita in seguito alla quale sarà possibile avere presidi sanitari, quindi il letto con le sbarre, eventualmente pannoloni e altro. Ma necessaria anche per attivare fisioterapia e ciò che serve, visto che mio padre si muove sempre meno e ha bisogno di stimoli e assistenza”. Quindi, ragiona Antonella, “se solo per la visita deve passare un anno, quanto passerà perché si metta in moto tutta la macchina dell’assistenza domiciliare?”. E ancora: “Si tratta di una visita specifica, è mai possibile che non ci siano medici che si occupano solo di quello e che bisogna aspettare così tanto, in una regione così piccola e con pochi abitanti?”

“DOV’È FINITA LA DIGNITÀ UMANA?” Sono amare e condivisibili le considerazioni di Antonella, la quale afferma: “Mio padre ha lavorato tanti anni, ha fatto anche lavori faticosi, ha pagato le tasse e oggi si trova a 83 anni, malato, a dover aspettare un anno, solo per una visita che gli consenta di accedere alle cure domiciliari. Vi pare una cosa dignitosa, di un Paese, di una regione dignitosa?”. Sullo sfondo una sanità pubblica sempre più smembrata e sotto numerata in termini di medici e infermieri. “Qui in Basilicata siamo un quartiere di Napoli, ci dovrebbe essere un rapporto di 1 a 1 tra personale sanitario e malati e invece tocca aspettare anni”

INVECE DEL GAS LA REGIONE REGALI UNA SANITÀ DI QUALITÀ Inevitabile scivolare sui grandi paradossi della Basilicata, la più grande piattaforma di estrazione petrolifera su terra ferma d’Europa. “In questi anni abbiamo visto di tutto, uno smantellamento di presidi sanitari e della sanità pubblica regionale”. Antonella pensa anche ai “bonus”, di volta in volta elargiti proprio coi fondi del petrolio. Non ultimo lo sconto in bolletta, il cosiddetto ‘bonus gas’. E rilancia. “Invece di regalare gas, i vertici regionali dovrebbero regalare una sanità pubblica degna di questo nome”. E invece, a quanto emerge in modo sempre più incoercibile siamo un po’ tutti in una lunga lista di attesa, in Lucania. “Sulla prenotazione c’è scritto che prima dell’11 marzo 2024, data in cui è prevista la visita neurologica domiciliare a papà, verrò contattata e mi diranno se resta quella la data, o se, eventualmente, ci saranno altre possibili variazioni”, conclude, amareggiata, Antonella. “Ma ritornerò all’Asp nei prossimi giorni, non si possono accettare tempi così lunghi, non è rispettoso della dignità di un anziano ammalato. Il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione”.