“Vorrei solo curarmi senza perdere il salario”

La via crucis di Anna, che ha lottato con due tumori, la chemio e un lavoro precario al cimitero dove "non hai diritto neanche di ammalarti"

“Tra qualche giorno sarò a Bari per il prelievo del midollo, è molto doloroso, ma poi neanche il tempo di tornare a casa e devo rientrare al cimitero per non perdere giornate e salario”. Lei è Anna, è di Bernalda (Matera) ed è una lavoratrice precaria del progetto regionale Tis (Tirocini di inclusione sociale). La storia che ci racconta, specie quella relativa agli ultimi 2 anni, avrebbe distrutto chiunque. Ma non lei, che ha affrontato tutto con sorriso, fede e uno sconfinato altruismo.

TUMORE AL PANCREAS E LAVORO “Ad aprile del 2021 – racconta – davanti a segnali preoccupanti ho fatto degli esami e mi è stato riscontrato un tumore al pancreas”. Anna è stata in ospedale per 20 giorni ad Acquaviva delle Fonti (Bari) dove ha subito un intervento “di 10 ore”, poi delle emorragie che ne hanno rallentato il rientro a casa. “Mi sono ripresa ma ho dovuto fare 6 mesi di chemio, quella dura – confessa – quella che ti annienta”. Nel frattempo quando era in ospedale, racconta, “per un mese non sono andata al lavoro, al cimitero, dove faccio giardinaggio, esumazioni e altro, perché il contratto non me lo consente”. Lavora ad ore, 80 mensili per 580 euro, e deve firmare ogni giorno, per non perdere ore e paga. E così è stato ad aprile 2021, mentre combatteva in ospedale col brutto male. “Al rientro dall’ospedale e nei mesi successivi – racconta – nonostante la chemio, mi fermavo solo quando andavo a farla, al rientro malgrado fossi debole, tornavo al cimitero di Bernalda, dove lavoro senza sosta da 10 anni. Sono tornata subito per non perdere atri soldi. Ho due figli e mio marito ha un’invalidità. Come facevo?”

LA PROMESSA AL FIGLIO: “SE GUARISCO ANDIAMO IN CROCIERA” Prima che il brutto male togliesse il disturbo, Anna aveva fatto una promessa ad uno dei suoi figli. Non appena tutto fosse passato avrebbe prenotato per una crociera, anche chiedendo soldi in prestito. Ad ogni costo. E così lo scorso anno, quando le è stato comunicato che il cancro non c’era più, dopo bombardamenti di chemio, ha prenotato per ottobre 2022 una breve crociera nel Mediterraneo. Ma la sua via crucis, in realtà, non era ancora finita, anzi.

“SIGNORA, LEI HA UNA LEUCEMIA FULMINANTE” Neanche il tempo di riprendersi dal brutto male, altra doccia fredda. Davanti ad una preoccupante emorragia, a luglio del 2022, la donna corre di nuovo ad Acquaviva delle Fonti, in ospedale. Un breve esame, poi il verdetto. “Signora, deve andare subito al Policlinico di Bari, ha una leucemia”. Giunta al Polo Oncologico i dottori appaiono loro stessi tesi. Le comunicano che ha una “leucemia fulminante”. I globuli bianchi schizzano ma Anna con le forze che ha chiede ai medici una sola cosa: “Ho promesso ai miei figli che a ottobre li porto in crociera, fate il possibile per salvarmi”. Anna, entrata a metà luglio, uscirà da quelle terribili corsie solo a fine agosto. “In ospedale mi capitava di rincuorare anche gli altri malati – assicura – non ho mai mollato”. Cicli di chemio e cure intensive ancora una volta le hanno “miracolosamente” salvato la vita. Torna a casa con decine di chili in meno e i figli stentano a riconoscerla. Ma ha mantenuto la promessa. E’ ritornata e potrà portare i ragazzi in crociera.

LA CORSA TRA CHEMIO E LAVORO. Ancora una volta, al ritorno dalla clinica, debilitata e distrutta, il suo primo pensiero è ritornare al cimitero tra giardinaggio, esumazioni e tumulazioni. “Amo questo lavoro, amo proprio il lavoro, non sono mai stata ferma”, si schermisce lei. Ma con tutta la sofferenza che aveva addosso, i farmaci, le paure e tutto il resto, il primo pensiero è stato tornare alle sue attività quotidiane. “Avevo già perso un mese e oltre quando ero in ospedale, non potevo permettermi di perdere altri giorni di paga”. E così è stato. Da settembre a dicembre, mese quest’ultimo in cui le è stato comunicato che la leucemia non c’è più, lei ha fatto una corsa tra cicli in ospedale, cimitero e famiglia. Ma ancora una volta, e come sempre, risponde con saggezza: “Ho una grande fede, forse è questo che mi ha aiutato in questi due terribili anni”

“VORREI CURARMI SENZA PERDERE SALARIO” Tuttora fa la chemio, ma in forma più leggera e da casa. Tra qualche giorno tornerà a Bari per un prelievo di midollo. Si vuole scongiurare in tutti i modi che il male ritorni e si fanno continui esami di routine. “E’ un esame doloroso, non come la biopsia del midollo, ma fa lo stesso male”. Al rientro Anna proseguirà la sua corsa a ostacoli, la sua battaglia per la vita. Che si senta bene o male, rientrerà al cimitero a fare ciò che ha sempre fatto, con passione, da 10 anni a questa parte. Ma è a questo punto che la donna esplode, tirando fuori bisogni e diritti finora calpestati e repressi. “Ma è possibile che anche quando sei in ospedale per un cancro, anche quando devi farti la chemio, ma è possibile che anche allora il nostro contratto regionale Tis non preveda una deroga. Devi andare in ospedale, farcela o morire, a spese tue e perdendo giorni di lavoro”. Anna la pasionaria ha mandato una lettera anche al presidente della Regione Bardi, raccontando la sua storia, chiedendo una stabilizzazione per i precari regionali Tis e Rmi. “Non ho ottenuto risposta, rimaniamo lavoratori senza diritti, senza malattia, senza ferie. Per loro possiamo anche morire”. Lunga vita ad Anna. La sua forza d’animo e il suo carattere sono un dono raro. “E’ la mia fede ad aiutarmi”, continua a ripetere lei al telefono, sempre sorridendo, mentre dà una ripulita ai lunghi vialoni del camposanto.

Nelle foto, Anna qualche mese fa

Anna qualche mese fa
e Anna oggi al lavoro nel cimitero
Anna oggi a lavoro nel cimitero

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