Stellantis Melfi, nuovi 500 incentivi all’esodo fino a dicembre 2023

Calamita, Fiom: “Siamo molto preoccupati. Si rispettino gli accordi di giungo 2021 sulla tenuta occupazionale, si riapra con urgenza il tavolo automotive in Regione Basilicata”

Si è svolto oggi l’incontro tra i dirigenti dello stabilimento Stellantis di Melfi e i sindacati durante il quale l’azienda ha annunciato 500 esuberi a dicembre 2023, che si vanno ad aggiungere ai già 1130 fuoriusciti con incentivo all’esodo dal 2021 a oggi. L’azienda ha anche annunciato una riduzione da 17 a 15 turni per la lastratura e la verniciatura, come già avvenuto da un mese per il montaggio, con una ulteriore riduzione da 21 a 18 turni per la manutenzione. La Fiom Cgil al tavolo si è detta contraria a tale decisione in quanto non rispetta gli accordi di giugno 2021, questa non è una riorganizzazione dovuta alla transazione elettrica, la produzione dei nuovi quattro veicoli elettrici,  garantiva la tenuta occupazionale.

“Con il trasferimento di 500 lavoratori in Francia e negli stabilimenti di Pomigliano, Termini Imerese e Rivalta, e la riduzione delle turnazioni – afferma Giorgia Calamita, segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata – di fatto Stellantis sta portando avanti la dismissione del sito produttivo di Melfi. Sulla platea coinvolta dall’intervento, tra l’altro, non abbiamo avuto notizie in merito all’anzianità. L’azienda ha motivato la decisione con la riorganizzazione del lavoro nello stabilimento in vista della produzione dei nuovi modelli elettrici ma come Fiom Cgil riteniamo che la transizione energetica vada governata e non subita, mantenendo i livelli occupazionali. Siamo pertanto molto preoccupati, sia perché la riorganizzazione di Stellantis graverà sui lavoratori e sulle lavoratrici in termini di carichi di lavoro e salario, sia perché viene meno così la tenuta occupazionale e produttiva del sito di Melfi e di conseguenza anche dell’indotto, nonostante gli impegni assunti nell’accordo di giugno 2021.

La Fiom Cgil  – prosegue la segretaria regionale – chiede con urgenza la riapertura del tavolo automotive in Regione Basilicata alla presenza di Stellantis affinché si faccia chiarezza e si mettano in atto concretamente azioni che possano governare una transizione ecologica necessaria nel nostro Paese ma che metta in tutela il settore, l’occupazione e il salario dei lavoratori. L’istituzione dell’area di crisi complessa non è sufficiente a superare la crisi. È necessario che Stellantis dia risposte sul piano industriale e sullo stato di avanzamento della produzione dei nuovi quattro modelli.

La Fiom Cgil ritiene necessario e positivo il deliberato del Parlamento europeo che ha ap- provato la misura che prevede, dal 2035, il divieto in Europa di vendere i veicoli a motore termico, alimentati a benzina o a diesel, che andranno dunque sostituiti con le alternative a zero emissioni, come l’auto elettrica. Un segnale positivo che va nella direzione della giusta transizione ecologica anche nel comparto auto, fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Abbiamo di fronte a noi dodici anni per riconvertire la filiera automotive e per arrivare pronti a questa nuova scadenza europea in cui la mobilità elettrica diventerà centrale.

Non si perda tempo, non si perda l’occasione. Ognuno dovrà fare la propria parte. Il sindacato ha dimostrato la sua coerenza firmando a Melfi l’accordo di giugno 2021, ora tocca a Stellantis confermare quell’accordo e i suoi contenuti, garantendo la tenuta occupazionale, produttiva e salariale. Anche le istituzioni nazionali e regionali devono rispondere ai propri cittadini garantendo la piena produttività e occupazione nel settore automotive. La transizione – conclude Calamita – dovrà creare nuove opportunità di lavoro e prospettive industriale per il paese, così come avviene per tutti gli altri paesi europei. La Fiom farà a breve le assemblee con i lavoratori per decidere insieme le azioni da mettere in atto”.