Potenza Calcio, la terza maglia in “omaggio” a Rocco Scotellaro
Non si rendono conto del danno causato all’opera e alla figura del poeta e intellettuale lucano
Molti club calcistici hanno una “terza divisa”, per essere utilizzata sia se la prima che la seconda divisa sono considerate troppo simili a quella dell’avversario. La terza maglia il Potenza Calcio l’ha dedicata a Rocco Scotellaro, sul fianco destro in verticale è riportata, in caratteri molto piccoli, uno stralcio della poesia La mia bella Patria: Io sono un filo d’erba / un filo d’erba che trema. / E la mia patria è dove l’erba trema/. E’ saltato un verso Un alito può trapiantare il mio seme lontano, magari per ragioni di spazio.
Forse, sottolineo forse, si è capito il senso che gli autori della maglietta hanno voluto dare a questi versi adattandoli al mondo del calcio e della tifoseria.
Ci aiuta Jean Cardonnel che scrisse: “La patria rappresenta l’insieme nel quale mi riconosco coi miei costumi, le mie abitudini tradizionali di pensiero, di comportamento, la lingua, il mio stile di esistenza; la patria è il paesaggio familiare che mi mantiene in pace, sicuro, a mio agio con me stesso. Magari è questo, parafrasandolo, il significato che si è voluto dare a quella terza maglia nell’anno delle celebrazioni del centenario della nascita del poeta e intellettuale lucano. La patria è la squadra di calcio che rappresenta in qualche modo, la comunità a cui appartengo, con i suoi costumi, le sue tradizioni, la lingua, il paesaggio familiare. Quella comunità in cui mi sento sicuro, protetto. La mia patria è la squadra di calcio che affronta le sfide sul tappeto d’erba in cui ogni tifoso, ogni calciatore è un filo d’erba che trema. La loro patria è lì allo stadio dove l’erba trema.
Non so se è questo il significato a cui, in qualche modo, gli ideatori della maglia, si sono ispirati. Magari, più banalmente, hanno associato l’erba della poesia all’erba del campo sportivo e la patria di Scotellaro alla squadra di calcio, immaginando così di celebrare il poeta.
Capisco tutto e provo anche un sentimento di tenerezza nei confronti degli ideatori della terza divisa. Hanno creduto e credono di fare – come si dice – “una cosa buona”. Tuttavia non si sono resi conto del danno causato all’opera e alla figura di Rocco Scotellaro.
E dunque diventa importante chiarire il senso vero di quella poesia. Per Scotellaro la Patria è ovunque ci siano ingiustizie, povertà, emarginazione, schiavitù. Il filo d’erba che trema il poeta lo identifica con il mondo dei reietti, dei ceti subalterni e di tutti coloro che vivono nelle “Lucanie del mondo”. E’ in quei luoghi la patria di Scotellaro, laddove c’è da liberare le persone dalle ingiustizie, dalla miseria, dalla subalternità, dai margini della storia. Perciò quella poesia è una stupenda e potente metafora. Un grido di ribellione che si trasforma in azione politica e sociale: Un alito può trapiantare il mio seme lontano. Poesia che si fa fatica ad immaginare scritta sulla maglietta di una squadra di calcio, a maggior ragione se usata per scopi di marketing.
La terza maglia, foto La Nuova del Sud