Allevamento polli a Vietri di Potenza: si revochi in autotutela l’autorizzazione
A chiederlo è l’associazione Territorio Attivo che solleva dubbi sulla procedura
Continua a tener banco, a Vietri di Potenza, il dibattito sull’allevamento biologico di polli in contrada Campitelli. Dopo il Comitato ProGeo, che nei mesi scorsi aveva evidenziato alcuni dubbi sulle procedure autorizzative alla costruzione e messa in attività dell’impianto, relativamente all’impatto ambientale di tale attività, anche l’associazione Territorio Attivo chiede il ritiro, in autotutela, del Provvedimento conclusivo del Procedimento Aua (Autorizzazione unica ambientale) rilasciato lo scorso 7 giugno dal responsabile unico del procedimento del Comune di Vietri di Potenza.
Rocco Carleo, presidente dell’associazione che già lo scorso marzo sollevò la questione, sottolinea le ragioni della richiesta, evidenziando alcune criticità riscontrate nella documentazione relativa all’iter autorizzativo all’allevamento.
Nel Piano regolatore del Comune, spiega Carleo, è previsto che la qualifica per poter fare richiesta per questo tipo di attività sia quella del coltivatore diretto, nel caso in oggetto invece l’autorizzazioe è stata chiesta da un imprenditore agricolo. E ancora, secondo il presidente di Territorio Attivo “doveva essere richiesta la Vinca dal Suap così come previsto dalla legge. Inoltre il parere favorevole sarebbe stato rilasciato ai soli fini urbanistici e non edilizi. Nell’Aua non risulta richiamato il parere igienico sanitario dell’Asp”.
Ma ci sarebbe anche un’altra anomalia nel rilascio del Parere autorizzativo unico da parte dello Sportello Unico per le attività produttive, “il rilascio del Pau è avvenuto un anno prima rispetto al rilascio dell’autorizzazione unica conclusiva, e questa cosa non è possibile anzi rende nulla la procedura”. “Se tutto ciò non bastasse ad inficiare tutto il procedimento”, secondo Carleo, “c’è un altro aspetto da considerare: a noi non risulta che il Suap abbia comunicato all’Autorità di Bacino del Sele le risultanze dello studio geologico su quell’area. Per tutte queste ragioni come associazione Territorio Attivo chiediamo il ritiro in autotutela del Provvedimento conclusivo del Procedimento A.U.A. Nel caso non dovesse accadere stiamo valutando il ricorso al Tar ritenendo di avere un interesse diffuso e collettivo sul territorio”.