Tavolo della Trasparenza su Tempa Rossa: chiudere la fase vertenziale

13 novembre 2024 | 13:29
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Tavolo della Trasparenza su Tempa Rossa: chiudere la fase vertenziale
Un presidio dei lavoratori di Tempa Rossa

Fim, Fiom e Uilm: “Aprire una nuova stagione di investimenti”

Nel tardo pomeriggio di ieri si è tenuto il Tavolo della Trasparenza per il centro di Tempa Rossa, alla presenza di Total, dell’assessore Cupparo, dei sindaci e delle aziende coinvolte nella riduzione delle attività produttive (a partire dalla Maersk e Sicuritalia), oltre che delle organizzazioni sindacali FIm Fiom e Uilm. L’incontro è stato convocato in seguito alla lunga vertenza di Lucania Servizi, che ha visto una riduzione delle attività di costruzione, con un impatto occupazionale su numerosi lavoratori.

Durante la riunione, l’assessore alle Attività Produttive Cupparo, insieme ai rappresentanti sindacali presenti, ha ricordato a Total la responsabilità di garantire ricadute positive per le comunità locali, anche considerando il periodo di massima produzione del centro di Tempa Rossa, che registra oggi un’estrazione media di oltre 45.000 barili al giorno, con picchi fino a 50.000.

In passato, Total ha sottoscritto impegni chiari, -spiegano i sindacati-prevedendo un piano di assunzione che avrebbe dovuto raggiungere 1.149 lavoratori. Tuttavia, in una regione come la Basilicata, già colpita da numerose crisi industriali non possiamo permetterci di perdere ulteriori posti di lavoro, specialmente nel settore petrolifero che sta vivendo una fase di espansione. Come Organizzazioni sindacali abbiamo avanzato a Total una proposta concreta: alla luce delle nuove attività previste per il 2025, è necessario sviluppare un piano congiunto per la riqualificazione e riconversione dei lavoratori coinvolti nella costruzione del centro di Tempa Rossa. L’obiettivo è trovare una soluzione stabile per questi lavoratori, che hanno contribuito alla realizzazione e messa in funzione del centro, e non possono essere abbandonati senza una prospettiva futura.

Proponiamo -aggiungono Fim, Fiom e Uilm-di mantenere invariato lo status quo fino al 31 dicembre e, nel frattempo, avviare, in collaborazione con Total, i sindaci e le istituzioni locali, un piano di formazione che consenta ai lavoratori di essere pronti per le nuove attività. Questo progetto rappresenta una visione strutturale e lungimirante che mira a valorizzare le competenze e a costruire un futuro sostenibile. L’assessore Cupparo ha richiesto l’intervento dell’amministratore delegato di Total, che sarà in Basilicata nei prossimi giorni per valutare il futuro del centro di Tempa Rossa. Sarà l’occasione per ribadire a Total che la loro presenza non può essere limitata alla sola estrazione petrolifera, ma deve tradursi in benefici concreti per la regione, in termini di responsabilità sociale e occupazionale.

In questa fase, è essenziale discutere di investimenti non solo “oil” ma anche “non oil” per diversificare lo sviluppo industriale della regione. Le società petrolifere presenti in Basilicata devono contribuire in modo sostanziale allo sviluppo economico, non limitandosi a sfruttare le sole risorse locali senza lasciare ricadute positive sul territorio. Noi crediamo che sia giunto il momento per la Basilicata di mettere in campo una strategia che, oltre agli investimenti “oil”, includa anche un serio impegno per la transizione energetica. Questo significa orientarsi verso progetti che possano sostenere una trasformazione del territorio, puntando su nuovi settori di sviluppo e modernizzazione.

In particolare, proponiamo che la Regione Basilicata convochi Eni e Total per un confronto su investimenti che non solo mirino all’estrazione, ma che siano anche destinati a supportare la transizione energetica nel settore industriale e automotive. Con lo sviluppo di infrastrutture per l’energia rinnovabile, iniziative di riqualificazione e un piano di investimenti specifico anche per l’automotive, sarebbe possibile creare un percorso di riconversione produttiva che sostenga il lavoro e l’economia locali.

Chiediamo -concludono-a Total ed Eni di assumersi la responsabilità sociale che deriva dalla loro presenza nella nostra regione, contribuendo concretamente a un modello industriale che non sia vincolato esclusivamente al petrolio, ma che punti ad allinearsi agli obiettivi globali di sostenibilità e innovazione.

Auspichiamo che questa proposta sindacale venga accolta positivamente da Total. In caso contrario, si aprirà una nuova fase di mobilitazione, che coinvolgerà le comunità locali e la società civile, poiché non possiamo accettare una visione miope che punta solo all’estrazione senza creare reale sviluppo per il territorio”.