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Crisi idrica, un convegno al Cnel

28 maggio 2025 | 15:05
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Crisi idrica, un convegno al Cnel
Un momento dell'incontro

Nel 2023 l’Italia ha registrato una riduzione del 16% delle risorse idriche rinnovabili rispetto alla media del trentennio 1991-2020

Si è svolto ieri al Cnel (Consiglio Nazionale  dell’Economia e del Lavoro) il convegno “L’Italia e la crisi idrica: soluzioni per la gestione della risorsa acqua”, un confronto multidisciplinare promosso da Usb (Unione Sindacale di Base) e Abaco (Associazione di Base Consumatori) sulle criticità del sistema idrico in Italia e sulle strategie per garantire una gestione sostenibile ed efficiente della risorsa acqua.

Il seminario ha posto l’accento sulla crisi idrica che sta assumendo nel nostro Paese caratteri strutturali, richiedendo un cambio di approccio alla gestione di questa risorsa fondamentale.

Secondo i dati forniti nel suo intervento dal dott. Stefano Mariani dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), nel 2023 l’Italia ha registrato una riduzione del 16% delle risorse idriche rinnovabili rispetto alla media del trentennio 1991-2020. Le proiezioni indicano, inoltre, che ci sarà un ulteriore calo del 10% entro il 2030 e addirittura del 40% entro il 2100, con punte del 90% nelle regioni meridionali.

Gli altri interventi programmati di Franco Gallerano (ex ordinario in idraulica alla Sapienza di Roma ed ex membro della Commissione valutazione rischi grandi dighe) su “Ridurre le perdite: tecnologie e investimenti dagli invasi alle reti”, di Giovanni Damiani (biologo ed ex direttore generale ANPA) su “Visione complessiva e pianificazione: cambiare la tipologia di approccio alla gestione della risorsa”, di Decio Di Bello (attivista Acqua Pubblica Basilicata) su ” Il caso Basilicata come emblema della crisi”e le conclusioni di Luigi Iasci ( Presidente nazionale A.ba.co.) – hanno gettato le basi per l’avvio di un Piano d’Azione Prioritario da presentare nelle dovute sedi istituzionali, a partire dalle Commissioni parlamentari e dei Consigli regionali, in grado di coniugare i necessari interventi immediati su reti e infrastrutture idriche con proposte di modifiche del quadro normativo e operativo di medio termine .