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Crisi Stellantis Melfi, anche la logistica è in ginocchio

20 maggio 2025 | 17:33
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Crisi Stellantis Melfi, anche la logistica è in ginocchio
Un momento dell'assemblea a Bologna

Calamita: “Sit Rail a rischio chiusura e come lei tutta la logistica è a rischio. Aumentano quindi gli esuberi nell’indotto Stellantis di Melfi. In questo scenario il rinnovo dei contratti collettivi nazionali è indispensabile”. Fiom Cgil oggi a Bologna per assemblea nazionale unitaria

“La crisi dell’automotive in Basilicata si sta allargando a dismisura. In un incontro in Confindustria con i sindacati, la Sit Rail ha comunicato che Stellantis ha deciso di internalizzare il servizio svolto dall’azienda impegnata nella logistica e che quindi da qui ai prossimi mesi potrebbe cessare l’attività. Sono una cinquantina i dipendenti che rischiano il posto di lavoro e per i quali è stata attivata la cassa integrazione straordinaria. Come la Sit Rail, tutta la logistica dell’indotto Stellantis è in crisi per la decisione della multinazionale di puntare sull’insourcing. Ciò significa che gli esuberi in Stellantis, considerando l’indotto, sono molto superiori ai numeri forniti dall’azienda, considerato che nel solo stabilimento di Melfi si è passati da 7000 dipendenti a 5040”. Lo ha reso noto la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata Giorgia Calamita che oggi a Bologna ha partecipato con una delegazione della segreteria della Fiom Cgil regionale e con i delegati all’assemblea nazionale indetta da Fim, Fiom e Uilm.

Alla base delle rivendicazioni dei sindacati dei metalmeccanici, i rinnovi dei contratti collettivi nazionali. In assenza di novità e della ripresa delle trattative, Fim, Fiom e Uilm fanno sapere che ci sarà una ripresa della mobilitazione della categoria.

“Per la Fiom – ha detto Calamita – è inaccettabile la scelta di Federmeccnaica-Assistal e di Unionmeccanica-Confapi di bloccare la trattativa non affrontando la piattaforma unitaria. Riteniamo quindi necessario riprendere la trattativa a partire dalla piattaforma sindacale, che si basa sugli elementi salariali e normativi del contratto nazionale del 2021. Noi chiediamo una riduzione delle ore di lavoro per il mantenimento dei livelli occupazionali, un aumento salariale, la defiscalizzazione per consentire condizioni di vita dignitose e più tutele e più sicurezza nei luoghi di lavoro.È inaccettabile che nel delicato contesto internazionale, il governo nazionale destini risorse nella corsa al riarmo anziché rimettere le politiche industriali al centro. Per questo è necessario riaprire la trattativa subito”.