I giornalisti Finizio e Cavallo non hanno diffamato Angelo Chiorazzo
Il Gip di Potenza rigetta l’opposizione all’archiviazione presentata dal consigliere regionale. Riconosciuto il diritto di critica
Abbiamo appreso solo ieri dell’accoglimento della richiesta di archiviazione dell’ennesima querela per diffamazione a mezzo stampa. In questo caso a querelare il nostro direttore, Michele Finizio e la giornalista Giusi Cavallo era stato il consigliere regionale di Basilicata Casa Comune, Angelo Chiorazzo per un articolo pubblicato su Basilicata24 il 23 novembre 2023 dal titolo “Basilicata, elezioni: la sceneggiata di Angelo Chiorazzo”. L’attuale consigliere regionale, all’epoca possibile candidato presidente della Regione Basilicata, aveva ritenuto l’editoriale a firma del direttore Finizio gravemente lesivo della sua reputazione. Ragione per cui aveva presentato una querela contro Finizio e anche contro Cavallo, ritenuta da Chiorazzo direttrice responsabile della testata on line, pur non essendolo più dall’autunno del 2020. E questo, il querelante e i suoi legali avrebbero potuto facilmente verificarlo essendo ben evidenti le informazioni sul sito del nostro giornale.
A seguito di richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero, Chiorazzo aveva presentato opposizione sulla quale si è pronunciato il gip di Potenza, Antonello Amodeo, accogliendo quanto già chiesto dal pm e rigettando la richiesta di prosecuzione delle indagini.
Il Gip ha ritenuto infondata la notizia di reato (la diffamazione) riconoscendo il diritto di critica “che si concretizza nella manifestazione di un’opinione”. Riconosciuti anche la continenza, sia sostanziale che formale, rispettata dal giornalista nel suo editoriale e l’interesse pubblico della notizia trattandosi di possibile candidato alle elezioni regionali, cosa poi realmente accaduta essendo stato Chiorazzo in corsa per la candidatura alla presidenza della Regione. In ragione della sussistenza di questi tre requisiti il gip Amodeo ha ritenuto la condotta del giornalista scriminata dall’esercizio del diritto di critica. Dunque non c’è stata alcuna diffamazione ai danni di Chiorazzo.
Chiorazzo riteneva, tra l’altro, false le affermazioni contenute nell’articolo, in particolare riguardo alla sussistenza di relazioni affaristiche tra lui e Donato Macchia. Il Gip Antonello Amodeo ha stabilito che “la sussistenza di un legame in affari, a prescindere dalla durata o dalla onerosità o gratuità, appare veritiero”.
Per un errore lo scioglimento della riserva non era stato notificato al nostro avvocato, formalmente costituito, ma ad altro legale che non ha ritenuto di avvisare dell’equivoco la cancelleria. Solo ieri il nostro avvocato, recatosi in cancelleria per chiedere se la riserva fosse stata sciolta, ha appreso dell’esito del procedimento e del rigetto, datato 5 febbraio 2025, dell’opposizione presentata dal consigliere regionale. Coincidenza vuole che lo stesso 5 febbraio sia la data riportata dalla diffida inviata a Basilicata 24 e al direttore Finizio dallo stesso consigliere regionale in cui lamenta il contenuto diffamatorio di articoli che lo riguardano, tra i quali quello che il gip potentino ha ritenuto frutto del legittimo diritto di critica e quindi di opinione in ossequio all’articolo 21 della Costituzione.