La Basilicata del declino: droni, bidoni e crisi

Ecco i “sorpresi”: allocati nelle istituzioni che dovrebbero governare le ingenti risorse finanziare che ogni anno atterrano in Basilicata
In Basilicata, dove da tempo prevale l’annuncio, avanzano il declino demografico, la crisi idrica, quella del comparto sanità e industriale, la diminuzione dei flussi turistici, il taglio delle cattedre e la riduzione del sistema scolastico, con la crisi profonda dell’Unibas, ora ridotta ad un liceo, aumentando i “sorpresi”. Una categoria che abita l’oblio, frequenta la dimensione della promessa, ha dimenticato la lotta e si rifugia nella speranza. Ecco i “sorpresi: “allocati nelle istituzioni che dovrebbero governare le ingenti risorse finanziare che ogni anno atterrano in Basilicata, circa 16 miliardi di euro che corrispondono al bilancio pubblico e privato allargato, nei partiti, dentro le parti sociali, in generale nella rappresentata delegata dalle popolazioni e dai territori. L’ultima farsa dello stabilimento di assemblaggio di droni promessa e disattesa dopo anni da Total arricchisce il giacimento degli inganni gestito da soggetti che ignorano la politica industriale, non distinguono una lima da una raspa, una dismissione da una ristrutturazione.
Talmente lontani dalla realtà, che non hanno detto nulla sullo smontaggio della seconda linea della Stellantis di Melfi, trasferita all’estero e più modestamente sulla attuazione del progetto di reindustrializza zione della Firema di Tito finanziata con 4 milioni per ridare lavoro a 36 lavoratori e finito nel nulla.
Si visita lo stabilimento di Melfi per una foto con auto che dovrebbero essere prodotte e nel contempo nulla si fa per l capire come è potuto accadere che il Centro di Ricerche finanziato alla Fca non sia mai entrato in funzione nel sito della citta normanna. Afasia o amnesia. No, complicità e accettazione del sistema di potere e della clientela minima. Oppure come nel caso degli accordi per le uscite incentivate da Stellantis, oltre tremila posti in meno, semplice adesione e partecipazione al processo di dismissione in atto a Melfi. Protestare scrivendo note o partecipare a tavoli, tavolini o conferenze, ecco la pratica per poi invocare la sorpresa, le sorprese.
Nel caso del settore petrolifero le responsabilità per avere atteso gli ultimi regali sorprendenti sono più marcati. In questi ultimi anni si sono sprecati gli introiti delle compensazioni Eni e Total, dai monumenti alle sagre nei Comuni e con la gestione di Api-Bas (ribattezza Api-Gas e caldaie di nuovi compiti assegnati) che non si occupa da sempre di aree industriali ma di bollette ed ora di controlli delle caldaie domestiche con un finanziamento regionale di 800.000 euro Mentre l’avviso per l’appalto della manutenzione degli agglomerati viaggia da mesi, andata e ritorno, mediante corrispondenza corrispondenza verso l’ufficio gare della Regione.
Il Dipartimento sviluppo della Regione non parla con Api-Bas, silenzio consensuale per guerra continua dichiarata. Per non parlare della gestione della liquidazione dell’Asi di Potenza ferma al palo e scaduta il 31 dicembre. Anche se recentemente il Consiglio Regionale a quattro mesi dalla scadenza ha normato che deve finire il 31dicemmbre 2025. Legge in fase di pubblicazione che contiene altre perle sfuggite all’ufficio legislativo ed ai segretari di Commissione, in generale a chi dovrebbe lavorare per buone ed efficaci norme.
La cosa più grave oltre alla gestione della vicenda Stellantis è che nessun, proprio nessuno ha osato, oltre a partecipare al cosiddetto tavolo della trasparenza, chiedere, rivendicare, proporre all’Eni e alla Total attività e investimenti nel settore della chimica fine e derivata, polimeri liquidi e solidi, che in Italia vale decine miliardi con investimenti ancora in corso di Eni nel nord Italia con i derivati anche provenienti dalla raffineria di Taranto. Anche Total fornisce il sito. Tutto questo comporta oltre trentamila posti di lavoro in Italia. Altro che droni commerciali o attività ricreative.
Ovviamente il movimento sindacale non ha ancora deciso di produrre una vertenza, come una volta sul modello vertenza Basilicata. Invece richieste effimere di patti sociali, dialoghi con Giunta sorda ed impegnata in altre faccende, cambi di passo e appelli. Per questo crescono i “sorpresi”, aumentano lo spopolamento e la povertà e il declino si consolida. *Pietro Simonetti Cseres