Lavoratrice madre chiede il part time, l’Aor San Carlo respinge la richiesta per sei volte

7 maggio 2025 | 09:35
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Lavoratrice madre chiede il part time, l’Aor San Carlo respinge la richiesta per sei volte

La donna è madre di tre figli, di cui uno portatore di handicap. Uil Fpl: comportamento inaccettabile dell’azienda

L’Azienda ospedaliera regionale San Carlo, per ben sei volte, ha respinto la richiesta di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale avanzata da una lavoratrice madre di tre figli, di cui uno portatore di handicap. A denunciarlo è la Uil Fpl in una nota.

Dopo ripetuti tentativi e nonostante l’invio di una formale diffida a firma del nostro legale, -si legge nel comunicato stampa-l’Azienda, in un primo momento, sembrava aver accolto positivamente l’istanza trasferendo la lavoratrice e concedendo il part-time. Tuttavia, inspiegabilmente e senza un’adeguata motivazione, la stessa ha successivamente revocato l’autorizzazione concessa. È inaccettabile che un’azienda pubblica, nega diritti fondamentali sanciti non solo dal buon senso, ma anche dalla normativa vigente e dal CCNL del Comparto Sanità, che stabilisce priorità per le lavoratrici e i lavoratori con figli minori e/o affetti da disabilità (articolo 73 comma 8 lettera e 2/11/2022). La discrezionalità dell’Azienda non può mai tradursi in una violazione dei diritti costituzionali e contrattuali, né può ignorare il principio della tutela della maternità, della genitorialità e della disabilità”.

La Uil Fpl ha già conferito mandato al proprio legale per richiedere un intervento urgente della Consigliera di Parità e si riserva di adire, se necessario, tutte le ulteriori sedi competenti, a tutela della dignità della lavoratrice e del rispetto delle norme.

“Non possiamo tollerare atteggiamenti che negano, in modo palese, i principi di civiltà giuridica e di equità sociale,-aggiunge la Uil Fpl- tanto più in un settore, quello sanitario, che dovrebbe essere esempio di sensibilità e rispetto dei bisogni delle famiglie. Chiediamo all’azienda un immediato ravvedimento, la piena applicazione delle norme vigenti e l’individuazione di una soluzione che permetta alla lavoratrice di conciliare vita familiare e lavoro senza essere costretta a ulteriori e dolorose azioni legali”.