A Venezia il ‘ricchismo’ ha chiuso il sipario. E adesso?
I festeggiamenti per il matrimonio di Jeff Bezos e Lauren Sanchez hanno lasciato un segno orrendo
A Venezia è andato in scena il ricchismo. Una tendenza, ormai diventata un corollario dell’ideologia neoliberista, che riguarda un “comportamento o una mentalità che enfatizza e mette in mostra la ricchezza materiale.” Potremmo dire una forma di pensiero, uno stile di vita basato sulla ricchezza e sulla continua accumulazione di denaro e di altri beni materiali. Sul piano sociale genera una visione del mondo in cui il consumismo e l’arricchimento personale costituiscono le motivazioni dell’agire umano e vengono inseguiti come valore principale della vita. In genere il ricchismo riguarda pochi miliardari, come Jeff Bezos, ma negli ultimi 30 anni almeno si sta imponendo sulla cultura e sugli stili di vita di milioni di persone che, ignare dell’inganno, diventano sempre più povere e sempre più schiave. Da questo punto di vista, più sociale, il fenomeno sembra allargarsi anche sulla spinta dei media e della produzione televisiva.
Il matrimonio di Bezos e Sanchez è stata una promozione straordinaria di questo fenomeno. Un invito all’imitazione, a rincorrere i dis-valori del denaro, del consumismo e della competizione tra individui. Si può diventare ricchi se fai come Bezos. Sulla scena del ricchismo sono comparsi altri personaggi simbolo di questa tendenza e promotori di uno stile di vita senza valori se non quelli quotati in borsa. Uno spettacolo dell’abbondanza e dello spreco in barba alle tragedie dell’umanità. Tragedie causate soprattutto dal ricchismo neoliberista e dall’egemonia dei miliardari sulla politica, sull’economia, su decine di Paesi e sulle loro società. A Ovest e a Est. Un modello economico e sociale che ci sta conducendo al collasso.
Il messaggio arrivato ai giovani è stato devastante e a poco sono serviti i moti di protesta dei gruppi antagonisti e degli attivisti di Greenpeace Italia e del gruppo d’azione britannico Everyone Hates Elon. I media hanno dato uno spazio enorme alla scena e pochi secondi ai contenuti. Hanno veicolato l’idea per cui l’unico scopo della vita è la ricchezza materiale e il consumo vacuo. In fondo, abbondano le trasmissioni televisive che illudono sui guadagni facili. Questa volta sono d’accordo con Paolo Crepet: “È un occidente moribondo e una Venezia da cui Luchino Visconti sarebbe scappato, è Morte a Venezia”. E ha ragione quando dice che “questo è un mondo in cui i padri insegnano ai figli che tutto dipende da quanto guadagnano”. E condivido la battaglia di Greenpeace: “Se i super ricchi fossero tassati insieme alle industrie del fossile e al comparto della difesa non solo sarebbe possibile accelerare la giusta transizione verso forme di energia pulita, ma anche contribuire a finanziare un sistema di welfare. Le persone non possono e non devono pagare per le gravi conseguenze causate dai privilegi di pochi.”
Quei festeggiamenti hanno lasciato un segno orrendo. E, concedetemi la battuta e la semplificazione, l’unico segno che vorremmo vedere addosso ai “governatori” alla Bezos, è quello di Zorro.