Basilicata, il Sistema Informativo Sanitario e le repliche milionarie
Fascicolo Sanitario Elettronico, Cup e Telemedicina: dai documenti in nostro possesso le ragioni per cui i cittadini sono costretti a subire enormi disagi dopo aver pagato per due volte gli stessi servizi. E oggi siamo alla terza
E’ di qualche giorno fa il lancio della svolta storica nel sistema sanitario regionale: il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0. Ci siamo chiesti che cosa significhi e perché dopo dieci anni si parla ancora di Fascicolo Sanitario Elettronico. Da alcuni documenti in nostro possesso emergerebbe che a fronte del denaro speso le cose non siano andate come invece dichiarato nei molteplici annunci della Regione Basilicata in questi ultimi 10 anni. Andiamo per ordine proviamo a spiegare di cosa parleremo.
DI COSA PARLIAMO
Il Fascicolo Sanitario Elettronico è l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati. Ha un orizzonte temporale che copre l’intera vita del paziente ed è alimentato in maniera continuativa dai soggetti che prendono in cura l’assistito nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale e dei servizi socio-sanitari regionali. Contiene la storia clinica con tutti i referti, le analisi e le radiografie, tutte le terapie e gli eventuali ricoveri ospedalieri.
La telemedicina utilizza tecnologie informatiche innovative per fornire assistenza medica a distanza (prevenzione, diagnosi, trattamento e successivo controllo dei pazienti) e, più in generale, per offrire servizi sanitari da remoto.
SISIR- Sistema Informativo Sanitario Integrato Regionale
Il sistema informatico sanitario in Basilicata, chiamato Sistema Informativo Sanitario Integrato Regionale (SISIR), è un sistema di gestione dei dati sanitari che consente di accedere ai servizi sanitari digitali erogati dalla Regione. Questo sistema si basa su un unico punto di accesso e utilizza l’app Salute Basilicata. L’app permette agli utenti di accedere al Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e ad altri servizi sanitari digitali. In sostanza: Il SISIR è una piattaforma che semplifica l’accesso ai servizi sanitari digitali, consentendo agli utenti di gestire il proprio FSE, consultare la propria storia clinica e accedere a servizi aggiuntivi, come il Taccuino. L’uso del SISIR è un passo avanti nella digitalizzazione della sanità in Basilicata, rendendo più facile l’accesso ai servizi e migliorando la gestione dei dati sanitari. Integrato nel SISIR il CUP, (Centro Unico di Prenotazione per visite, esami e prestazioni ambulatoriali.
Ecco, tutto questo a che punto è? Quanti utenti sono inseriti nel fascicolo elettronico, quanti pazienti si avvalgono della telemedicina e quante funzioni sono attive nella piattaforma SISIR? Proviamo a verificarlo. Una cosa è certa: per questa roba sono stati spesi decine di milioni a partire dal 2015. L’inchiesta ci porterà ad alcune conclusioni: molte cose non quadrano e altre ancora emergono in tutta la loro ambiguità, denaro pubblico consumato senza risultati di rilievo. A distanza di 10 anni, su molte applicazioni del SISIR, siamo punto e a capo. Siamo cioè alla terza replica di una scena già vista nel 2015 e nel 2020.
ANNI 2015-2019
La Giunta regionale, allora presieduta da Marcello Pittella, delibera la gara di appalto per “l’Affidamento quinquennale del servizio di manutenzione adeguativa, migliorativa e correttiva (Mac), manutenzione evolutiva (Mev), ingegnerizzazione Esb degli applicativi del sistema informativo sanitario, costruzione e gestione del Sistema informativo sanitario integrato regionale della Basilicata (SISIR). Importo 4 milioni di euro. Alla gara partecipa un solo offerente, l’Associazione temporanea di imprese Gsi-La Traccia che si aggiudica l’appalto, il 23 dicembre 2015, per 3,8 milioni di euro iva esclusa. E qui siamo al primo tempo del SISIR, compreso il fascicolo sanitario elettronico, il Cup, nel periodo considerato in questa inchiesta.
ANNI 2020-2021
Leggiamo da un comunicato di Gpi del 19 ottobre 2020: “Il Gruppo Gpi si aggiudica un’importante gara d’appalto nella regione Basilicata: fornirà soluzioni software e servizi di contact center per la prenotazione delle visite specialistiche e per l’attuazione dell’Agenda Digitale. L’offerta con cui Gpi ha vinto, in raggruppamento temporaneo d’impresa (Rti) con Publisys, ammonta a 14,7 milioni di euro. Il contratto ha la durata di due anni, con la possibilità di rinnovo per altri due. (Quindi in prospettiva quasi 30 milioni, N.D.R.) Gpi è già presente da tempo in Basilicata, in particolare nella gestione del Sistema informativo sanitario regionale, nelle sedi di Potenza e Matera. Ora il radicamento in questa regione aumenta notevolmente. Per quanto riguarda i servizi Cup, l’Rti guidato da Gpi (al 60%, mentre Publisys è al 40%) si occuperà delle funzioni necessarie a garantire il servizio multicanale (Contact Center, Sportello, Web, App…) per la prenotazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e di assistenza agli utenti. In questo ambito la proposizione unica di Gpi si contraddistingue per il connubio tra soluzioni Software e servizi di Contact Center/Care Services. Nello specifico, per quanto riguarda il Care, si tratta della fornitura di: servizi con operatore per la gestione delle chiamate (inbound/outbound); servizi per la gestione di chiamate inbound con risponditore automatico; servizi di front end dipartimentale e territoriale, vale a dire lo Sportello al Cittadino, a contatto diretto con gli utenti. Per il Software, invece, in aggiunta alle tecnologie necessarie per l’esecuzione dei servizi Care, si forniranno tutte le soluzioni informatiche per l’attuazione dell’Agenda Digitale sul territorio regionale. Nel dettaglio: sviluppo e manutenzione delle piattaforme che verranno create a questo scopo; supporto alle pubbliche amministrazioni che sceglieranno la Regione Basilicata quale intermediario tecnologico. In questo caso lo scopo è l’innalzamento dell’efficienza organizzativa attraverso soluzioni finalizzate a semplificare i processi amministrativi e a indirizzare l’interazione con gli utenti verso il “digital first”. L’appalto, che ha un valore pari a 14,7 milioni di euro per il primo biennio, può essere prorogato per altri due anni, con contestuale teorico raddoppio del valore (che diventerebbe di 29,4 milioni su 4 anni). L’importo è equamente distribuito tra le componenti Software e i servizi Care.” E’ stato fatto tutto?
Qui siamo al secondo tempo del SISIR, compreso il fascicolo sanitario elettronico. Ma questa volta c’è un inciampo. La gara viene contestata e ne nasce un pasticcio. Clicca qui.
ANNI 2022-2023
Viene espletata un’altra gara di appalto per “l’affidamento della gestione in outsourcing dei servizi integrati del centro unico prestazioni ambulatoriali e servizi di supporto amministrativo per le esigenze dell’Asp, dell’Asm, dell’Aor San Carlo di Potenza e dell’Irccs Crob di Rionero in Vulture”. L’Importo di aggiudicazione per tre anni è pari a 6.341.035,37 nel lotto 1 affidato a Gpi per l’Asp; di 1.857.463,16 per il lotto 2 affidato al Raggruppamento temporaneo di imprese costituendo GPI Spa-Publisys Spa per l’Aor San Carlo; di 1.013.745,42 affidato sempre a Gpi lotto 4, per il Crob; mentre il Consorzio Leonardo Servizi e Lavori si è aggiudicato il lotto 3 per l’Asm. La determina di aggiudicazione è datata 30 gennaio 2023. La gara prende le mosse dal Piano dei fabbisogni di servizi SISIR elaborati dalle diverse aziende sanitarie nel 2022. Qui un esempio di delibera, quella dell’Asp circa il Piano dei fabbisogni. Sfogliando la delibera si possono leggere tutti i servizi che gli aggiudicatari avrebbero garantito. Salta all’occhio un dato: i piani di fabbisogno compreso quello generale redatto dalla Regione Basilicata – direzione generale salute e politiche della persona – contengono servizi e attività già previsti nel 2015. E, come vedremo, quelli previsti nel 2024-2025 sono quasi la replica di quelli previsti nel 2020.
ANNI 2024- 2025
In questo periodo siamo al terzo tempo della stessa scena. Nel novembre 2024 l’assessore Latronico rilancia sulla “Governance digitale della Sanità”. E comunica l’ammissione al finanziamento di oltre 3 milioni di euro a valere sul Poc Basilicata 2014-2020 del progetto “digitalizzazione dei processi di programmazione, controllo e governance del sistema sanitario regionale”. “Si tratta -scrive l’assessore – di un sistema di pianificazione e controllo che dovrà assicurare il monitoraggio e l’analisi dei ricoveri, delle prestazioni specialistiche, il corretto utilizzo e la gestione del fascicolo sanitario elettronico, l’introduzione di strumenti di telemedicina,” eccetera. Tutte attività già previste a partire dal 2015 e che si sarebbero già concluse. Ma evidentemente, nonostante le risorse impiegate qualcosa è andato storto. Sempre nel novembre 2024, l’assessore spiega che “il fascicolo sanitario elettronico è un elemento essenziale dell’assistenza sanitaria del futuro. Poter accedere ai propri dati sanitari in ogni momento e in maniera rapida e sicura è una garanzia per i cittadini…” Elemento essenziale lo era già nel 2015. Ripetiamo che per quanto siamo riusciti a capire il fascicolo elettronico e il resto risalgono al 2015 e poi al 2020 e fino al 2023. Prendiamo atto che nel 2024 non è stato completamente implementato.
Nell’aprile 2025 un altro rilancio in grande stile: Il fascicolo sanitario elettronico 2.0. Si parla addirittura di svolta storica: “Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) 2.0 rappresenta una svolta storica nella gestione della salute dei cittadini lucani. Con questo strumento, il sistema sanitario mira ad essere più vicino alle persone, più efficiente, più trasparente”. Con queste parole l’Assessore alla Salute, Politiche per la Persona e Pnrr, Cosimo Latronico, ha aperto oggi i lavori dell’evento di Kick Off dedicato al FSE 2.0, organizzato in collaborazione tra Regione Basilicata e ASP presso l’Università degli Studi della Basilicata.” Sull’argomento si esprime anche Gpiche pare abbia un ruolo di consulenza. Clicca qui.
Riepiloghiamo in sintesi: le attività del SISIR 2015-2019 sembra non siano state realizzate o non siano state completamente realizzate (fascicolo elettronico, telemedicina); le stesse attività a noi pare vengano riproposte dalla Giunta Bardi con atti 2014-2020; poi vengono rifinanziate con il Pnrr e poi ancora rifinanziate nel 2024-2025. Prendiamo atto che ad oggi molte applicazioni non sono ancora attive, e che la prima piattaforma di telemedicina pare sia stata abbandonata e presa in riuso gratuito dalla Regione Marche.
I DUBBI SUL PERCORSO DI DIGITALIZZAZIONE DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE
IL SISIR
Relativamente all’indizione della prima gara SISIR, nel 2015 pare che al termine del periodo contrattuale (marzo 2021) i servizi previsti risultassero parzialmente realizzati o del tutto assenti e lo leggiamo da un documento interno al Dipartimento regionale. “Sistema produzione flussi: manca il sistema di acquisizione dei flussi provenienti dalle aziende sanitarie…; manca il Sistema reporting direzionale per consentire ai diversi soggetti interessati (direttore generale del dipartimento, dirigenti dei vari uffici, direttori della aziende sanitarie) di monitorare le attività svolte nelle diverse strutture delle singole aziende sanitarie e ospedaliere; manca del tutto un cruscotto direzionale per l’analisi dei flussi ed il calcolo delle relative ripartizioni finanziarie delle aziende sanitarie; Portale telemedbas: non è stato realizzato l’adeguamento tecnologico del Portale di Teleconsulto Specialistico per consentire di erogare servizi di teleconsulto e telemedicina; Software CUP: manca l’avvio definitivo in esercizio del nuovo CUP (Centro unico di prenotazione), il vecchio Cup non è stato ancora dismesso, gli utenti del CUP operano su entrambi i sistemi (Terminal server e CUP Web), manca la migrazione delle agende di Laboratorio…; Cartella ambulatoriale e refertazione prestazioni: manca il rifacimento completo della cartella clinica ambulatoriale e refertazione delle prestazioni ospedaliere; Fascicolo Sanitario Regionale (LUMIR): manca la completa evoluzione del sistema LUMIR verso LUMIR 2…manca completamente l’integrazione del FSE con il sistema di diagnostica per immagini; Medicina di base: manca il rifacimento del prodotto software per la gestione degli studi medici di base e collegamento alle banche dati sanitarie regionali (anagrafe assistiti, banca dati dei farmaci, traffico CUP…) Rimane ancora attiva la vecchia procedura ormai desueta e inutilizzabile; Manca la realizzazione del Portale PIC (Portabilità individuale clinica); Sistema distribuzione referti: manca il sistema di gestione dei referti online, rimane ancora attiva la vecchia procedura installata presso ciascuna azienda sanitaria
IL CONTRATTO DI TELEMEDICINA
“L’Azienda Sanitaria di Potenza è stata delegata dal Dipartimento regionale ad attivare il servizio di Telemedicina sul contratto Quadro Consip SPC CLOUD. Il contratto è scaduto a dicembre 2022 e, anche in questo caso si rileverebbe una gestione poco chiara delle attività con un numero elevato di giornate uomo a fronte di risultati “ambigui”, contraddittori e con evidenze oggettive poco tangibili, La piattaforma di Telemedicina adottata da Asp sarebbe la suite software PHEBO, chiesta in riuso alla Regione Marche. Il software non è mai stato installato sui server regionali. Eppure, il progetto prevedeva circa 18mila giornate uomo da impiegare in 9 mesi, soluzione agli effetti pratici totalmente irrealistica…La piattaforma PHEBO, prodotta dalla Gpi è presa in riuso dalla Regione Marche…”
IL FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO
Relazione interna sullo stato di avanzamento lavori al 2° luglio 2021: “A tutt’oggi il Fascicolo Sanitario Elettronico viene parzialmente implementato e alimentato su una vecchia infrastruttura tecnologica non conforme alle specifiche nazionali. La gestione di tale infrastruttura, fornita dalla società DXC, avviene in totale sovrapposizione con le attività del Centro Tecnico regionale, una scelta discutibile sia per ragioni tecniche sia per ragioni di economicità…”
Dobbiamo aggiungere, altre annotazioni estratte da documenti interni alla Regione. Con delibera del direttore generale dell’Asp, la numero 558 dell’8 febbraio 2022 l’Azienda approva il Piano dei fabbisogni del SISIR e anche in questo caso “vengono nuovamente proposti i servizi per la Cartella Clinica Elettronica già previsti nel contratto originario del SISIR nel 2015 e nei successivi provvedimenti di affidamento. Con un’altra delibera dell’Asp, la 790 del 1° dicembre 2022, viene approvato il Piano Operativo SISIR per un importo di circa 5 milioni di euro oltre iva. “Anche in questo caso si prevede l’avvio di servizi che di fatto dovevano già essere partiti con i precedenti contratti”. (Tutte queste annotazioni risalgono al periodo 2021-2022).
Tuttavia, ancora nel 2023, il 7 febbraio, un funzionario dirigente di un’azienda ospedaliera scrive a un dirigente della Regione Basilicata: “…rispetto agli sviluppi dei moduli SISIR a partire dal 2019 non c’è stata più alcuna forma di collegialità, e comunque precedentemente al 2019 le fasi di progettualità, di stato avanzamento lavori e collaudo non hanno visto il coinvolgimento dei referenti IT aziendali. Da qui le difficoltà, per chi è in azienda, di avviare in produzione sistemi che dal punto di vista funzionale rispondono solo parzialmente alle esigenze degli operatori sanitari. O ancora di ritrovarsi con un sistema di prenotazione regionale CUP che opera su piattaforme differenti…”
Intanto, con il Pnrr, ci sono ancora soldi per il Fascicolo Sanitario Elettronico, questa volta 2.0, se ne parlerà ancora il 4 giugno dell’anno 2025. Chissà se questa sarà la volta buona.
CONCLUSIONI PROVVISORIE
Pare di trovarci davanti a una storia assurda: attività mai eseguite pagate tre volte? E’ la domanda che poniamo alle autorità sanitarie regionali, politiche e burocratiche. Comunque sia da questi fatti emerge una gestione approssimativa, confusionaria, nonché costosa del Sistema informativo sanitario dis-integrato regionale della Basilicata SISIR. Un’approssimazione che probabilmente ha avuto ripercussioni anche sulle rendicontazioni del lavoro svolto. Un Sistema mai portato a compimento, con applicazioni ancora mancanti e che ogni volta viene presentato come novità. In 10 anni sono stati spesi circa 30 milioni e si ricomincia. In questi anni e ancora oggi registriamo a carico dei cittadini forti disagi nel sistema delle prenotazioni, nell’organizzazione delle agende e delle liste di attesa. Migliaia di pazienti spesso costretti a lunghe “via crucis”, mentre qualcuno, forse grazie all’approssimazione e alla confusione, investe in cliniche private. A presto per gli aggiornamenti