Il Pd rinasce se apre le porte
“I mattoni non si appendono, si poggiano l’uno sull’altro e si cementano”
Premetto che non sono nessuno, nel senso che non sono un iscritto al Partito Democratico.Non me ne vogliano quindi i compagni militanti (non so se si chiamano ancora così) se oso intervenire in questioni che ormai non mi appartengono.
Ma una riflessione la rivendico, non fosse altro per essere stato uno dei primi consiglieri comunali a vestirne la maglia in quel lontano 14 Ottobre 2017.
Come me tanti compagni hanno contribuito a costruire quel sogno che, dopo pochi mesi si infrangeva nelle logiche autoreferenziali da cui solo oggi sembrano prendere distanza alcuni dirigenti locali del Partito, invocando di fatto una rottamazione 2.0.
Chiedono alla Segretaria Nazionale, Elly Schlein, di commissariare il PD regionale senza però raccontare cosa è stato in Basilicata lo stesso partito in questi diciotto anni e come si presenta oggi sui territori.
Si rivendica semplicemente più potere decisionale come se questa fosse la novità per il rilancio dell’azione politica e non il motivo delle guerre intestine che hanno caratterizzato e decretato l’assassinio politico di quell’idea riformista in cui tanti abbiamo con entusiasmo creduto.
Si chiede di tagliare i vertici regionali come se sui territori le segreterie del Partito Regione godessero di grande stima e consenso.
Insomma si chiede di demolire il tetto lasciando mura decrepite e fondamenta corrose a sostenerlo.Un maquillage difficile da comprendere anche per il più avvezzo alle logiche partitiche.
Mi spingo oltre consapevole che il più ormai l’ho detto. Un suggerimento che nasce dalla voglia di credere ancora nell’idea che i lavoratori, i pensionati, le casalinghe, le classi sociali meno abbienti, possano tornare ad essere rappresentati. Insomma uno slancio di generosità disinteressata.
Per essere credibili bisogna avere il coraggio di mettere in discussione tutto azzerando le segreterie locali ed aprendo le porte ai democratici che fino ad oggi sono stati tenuti debitamente a distanza.
Altrimenti assisteremo al tentativo di rinascita di un ossimoro. Ricordo che, subito dopo l’elezione della Segretaria Nazionale, invece di aprire una stagione di rinnovamento promuovendo le primarie sui territori, le segreterie locali chiusero le porte dividendosi le cariche (in molti casi più numerose del numero dei voti presi) lasciando fuori la gran parte dei democratici.
Si giustificano così le sconfitte e l’assenza frequente del PD nelle tornate elettorali. I mattoni non si appendono, si poggiano l’uno sull’altro e si cementano. Rocco Caramuscio – Pisticci