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Il referendum, la sinistra e l’allergia all’autocritica

10 giugno 2025 | 13:15
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Il referendum, la sinistra e l’allergia all’autocritica

Il Paese va da una parte e l’alterativa alle “destre” cammina sulle nuvole

Il referendum è fallito. Basta dirlo e ragionare sulle cause del fallimento. E invece no. Sia il Pd di Schlein sia la Cgil di Landini rilanciano come se il fronte referendario avesse vinto gloriosamente. Il bicchiere, insomma è mezzo pieno. Viva l’ottimismo. L’affluenza del 30% è un dato chiarissimo. Ma i leader della “sinistra” politica e sindacale si affidano ai 14 milioni di votanti, compresi quelli che hanno votato no. Leggiamo sulla stampa le dichiarazioni a caldo della segretaria del Pd: “I 14 milioni di voti espressi sono più di quelli che hanno portato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi” … Ma davvero lo pensi?  “La sfida per l’alternativa è pronta e continua”. Ci mancherebbe che un referendum fermasse il lavoro delle opposizioni al Governo. Landini, invece, mette subito in chiaro: “Non mi dimetto, perché ora la battaglia si farà più dura” e su la Repubblica rilancia: “Abbiamo riportato il lavoro al centro. Paghiamo una crisi della democrazia. Il governo ha oscurato i contenuti”.

L’unico indizio che ci lascia sperare è appunto la consapevolezza che siamo in presenza di una crisi della democrazia. Naturalmente una crisi che nulla c’entra con la sinistra. Perché è questo il retro pensiero che trapela dai ragionamenti di queste ore. Sbagliato. La crisi della democrazia riguarda tutti. Così come la crisi del lavoro, la spoliticizzazione della società. Tuttavia, un’analisi seria su queste crisi non la vediamo. Ma dobbiamo ammettere che Schlein e Landini sono diventati esperti mondiali di boomerang.

Il Paese pensa ad altro. E’ sempre più egoista e banale, ignorante e materialista, tossicodipendente dagli algoritmi e felicemente imprigionato nel “panottico digitale.” Certo è che questa sinistra non riesce a trovare un aggancio con i “sentimenti del popolo”. Non riesce a interpretare un Paese che può e deve cambiare solo se le forze alternative autentiche ripartono da una profonda autocritica che metta al centro il rovesciamento di paradigmi vetusti. Non si possono fermare le onde con le mani. “Abbiamo riportato al centro i temi del lavoro”. Al contrario, caro Landini, quel tema bisogna completamente rovesciarlo e portarlo ai margini. E’ la storia che va in quella direzione. La verità è che non avete visto arrivare il neoliberismo così come lo sperimentiamo oggi: un disastro per tutti. La verità è che continuate a vedere la società e il mondo come se stessimo all’inizio del secolo ventesimo. Intanto, le porte a nuove forme di schiavismo e di sfruttamento sono spalancate. Nuove forme egemoniche figlie della trasformazione recente dei paradigmi neoliberisti si stanno radicando. Qualcuno pensa di contrastare questi fenomeni con un altro referendum? Certo, va rivista la normativa sul quorum, ma questo sarebbe un cerotto sun una ferita profonda che richiede ben altri interventi.

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