Matera-Basilicata: il ballottaggio tra la brace e la padella

In “guerra” confraternite di interessi e personaggi in cerca di un posto sulla carovana delle risorse pubbliche
Proviamo ad interpretare quanto sta accadendo in queste settimane, non soltanto intorno alle elezioni materane, ma nella politica in generale. Anzi meglio dire nella politicanza in particolare. Partiamo dal prossimo ballottaggio materano. Naturalmente c’è chi sostiene Cifarelli e chi Nicoletti. Ma la partita andrebbe letta in un’altra prospettiva: c’è chi fa di tutto per impedire l’elezione del consigliere regionale del Pd, autosospeso dal partito, e c’è chi utilizza l’arma Nicoletti per raggiungere l’obiettivo di affondare l’altro candidato. Detta così si capisce poco. Ma proviamo a dettagliare circostanze e strane alleanze. Il Pd com’è noto non solo è spaccato, ma frantumato. Anziché appoggiare un suo esponente, seppure autosospeso, ma politicamente in servizio attivo, Cifarelli appunto, ha preferito rispolverare l’ex assessore regionale Vincenzo Santochirico. Al primo turno, come prevedibile, non è andata bene per quest’ultimo. A registrare il migliore risultato è stato Cifarelli che, però, è costretto al ballottaggio. Ad appoggiare Santochirico il vice segretario regionale del Pd Vito Lupo e Cosimo Muscaridola, storici “padroncini” locali del partito. Ad appoggiare Cifarelli, invece, Luigi Gravela, segretario cittadino del Pd, che si è anche candidato. Il segretario regionale, Giovanni Lettieri, nella fase del primo turno, nei fatti ha assunto un atteggiamento “pilatesco”, anche se non ha potuto nascondere una qualche vicinanza con Lupo e Muscaridola. Da ultimo ha lanciato una specie di appello a votare Cifarelli, subito smentito dal suo vice Vito Lupo. Che confusione.
Nella fase del primo turno se diamo un’occhiata ai flussi di voto emergono circostanze interessanti sul fronte della “confusione” e dei miscugli serviti come tisana ai cittadini. Angelo Chiorazzo pare abbia appoggiato ufficialmente Cifarelli, ma non avrebbe lesinato voti al candidato del centro destra Antonio Nicoletti. Anche alcuni civici candidati nelle liste a sostegno di Cifarelli avrebbero votato per Nicoletti e quest’ultimo avrebbe preso anche voti da candidati nella lista di Santochirico. A sostenere con vigore Cifarelli sono stati Marcello Pittella e l’ex forzista Michele Casino. Le liste civiche a sostegno di Cifarelli coprono un ampio raggio da sinistra a destra. Le liste a sostegno di Nicoletti idem. Che confusione.
E veniamo al ballottaggio. La sfida corpo a corpo è tra Marcello Pittella e suoi, tutti convergenti su Cifarelli, e Vito De Filippo e i suoi tutti convergenti su Nicoletti. E chi sarebbero gli altri che convergerebbero su Nicoletti al ballottaggio in compagnia dell’ex sottosegretario alla salute del Pd? Muscaridola, Santochirico, Chiorazzo, Lupo. Che confusione.
Non è marginale, nel contesto dei miscugli, il ruolo della moglie di Nicoletti, Rossella Rubino, già componente dell’assemblea cittadina e regionale del Pd, già consigliera comunale del Pd. Ma anche presidente della Commissione Cultura, nello stesso periodo in cui Nicoletti aveva il ruolo di capo staff dell’ex sindaco Raffaello De Ruggieri.
E nemmeno marginali sarebbero alcune cene di questi giorni, in ristoranti a Salerno e a Roma, in cui imprenditori-politici e politici-imprenditori si sarebbero incontrati per disegnare le tattiche anti Cifarelli e per ribadire la convergenza di reciproci interessi in prospettiva del dopo ballottaggio materano. In queste dinamiche il sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca, non sarebbe in seconda fila. Ormai l’asse tra il primo cittadino di Potenza con De Filippo e Chiorazzo e un editore sostenitore di Nicoletti si sarebbe consolidato. Un filone di alleanze che porta direttamente a Giampiero Perri e a Vito Bardi.
Il M5S rinvia chiarimenti e riflessioni con gli alleati a dopo il voto e si lava le mani sul ballottaggio: “liberi tutti”. La sensazione è che Lomuti e i suoi non abbiano ancora capito dove si trovino: ed è evidente che i chiarimenti sarebbero necessari prima di tutto all’interno del loro partito.
La lettura di queste dinamiche ci porta a supporre che il ballottaggio materano abbia un significato che va oltre la scelta del sindaco della città dei sassi. In gioco interessi che guardano al prossimo rimpasto nella Giunta Regionale e, soprattutto, alla gestione della Sanità. Qualcuno vorrebbe prendere il posto di Latronico non per fare meglio, ma per avere “voce in capitolo” sulle risorse del Pnrr. In ballo anche le candidature alle prossime elezioni politiche. In questo quadro i partiti, quelli che una volta si chiamavano partiti politici, sono semplici spettatori: contano un fico secco. E sono utili strumenti di facciata per manovre riconducibili a ben altri interessi.
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