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Referendum, i diritti messi in discussione

10 giugno 2025 | 08:43
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Referendum, i diritti messi in discussione
Foto di repertorio

“Più passa il tempo più la nostra Costituzione viene stuprata e cambiata ad ogni piè sospinto”

E’ davvero esilarante dover intervenire dopo un l’avevo detto. Ma a che serve? In un momento di crisi seria della democrazia e in totale assenza della politica, che ha chiuso le sedi del confronto e del dibattito(le amate sezioni), vi è sempre di più una riduzione dei diritti. Tutti si vantano che siamo nell’era digitale e che tutto parte dai social come Instagram, FB, Telegram, X( e chi più ne ha più ne metta) e si vuole mettere una toppa alla perdita dei diritti. Ma già dal 1974 era vietato invitare all’astensione, ma gli illeciti non finiscono mai e rappresentano una anomalia tutta italiana. E’ davvero triste ascoltare chi si vuole attribuire una vittoria dopo il risultato di affluenza alle urne. Ma uno dei tanti diritti che i cittadini hanno perso è proprio quello relativo al voto. L’ultimo D.L. n. 27 del 2025 che, in modo sperimentale aveva previsto il voto dei fuori sede, ha dettato alcune regole e motivi per i quali il voto poteva esercitarsi. Premesso che pochi erano a conoscenza di tale norma è da sottolineare che  alla voce per motivi di salute è stato previsto il voto solo per il cittadino portatore di patologie con relativa esclusione dell’eventuale accompagnatore o assistente. Ma come si fa ad escludere chi è vicino ad un paziente che è già afflitto da problemi di salute e si vede abbandonare per votare e per di più ad un referendum che non incide su questioni politiche del Paese?

Se si è fuori sede è perché ci sono valide motivazioni e non solo. Ma la cura ed il motivo sono abbastanza seri e gravi. Sono moltissimi i cittadini che vengono costretti a lasciare la propria residenza per patologie non curabili a casa loro.  Ma la politica nel nostro Bel Paese, lautamente retribuita e assisa su poltrone d’oro non legge e non approfondisce e straparla senza pensare a cosa dice e sommessamente fa capire che del quorum non gli interessa nulla. A lor signori interessa un becero conteggio dei loro elettori ed accoliti e parlano di vittoria se solo si raggiungono alcuni numeri che non fanno superare il quorum. Tanto i soldi che si spendono sono i nostri. Per non parlare poi del fatto che ogni partito si arroga il diritto che i votanti appartengono ad una bandiera. Ma mi è giunta voce che già in molti hanno diffidato i partiti ad iscrivere nello liste i votanti. E che dire dell’ultimo referendum dove si è raggiunto il quorum, quello sulla gestione pubblica dell’acqua, e che è stato ignorato da tutti i governi? Questo è il peso che si dà ai cittadini.

Ma che dire poi delle leggi elettorali incostituzionali, che non prevedono alcuna soglia per il premio di maggioranza? I referendum per avere un esito positivo abbisognano della metà più uno degli aventi diritto al voto e pertanto è stabilito un quorum. Ai politici invece basta un voto in più per prendere il premio di maggioranza. E’ chiaro il dato che conviene a costoro che i cittadini non si recano alle urne così sono liberi di fare come gli pare. L’importante è raggiungere quello scranno e intascare ogni mese le laute indennità. E ormai è sotto gli occhi di tutti che governano le minoranze visto che l’astensione va oltre il 50%. Come mai nessuna forza politica avanza una proposta di riforma dell’attuale sistema elettorale? Forse i cittadini esercitano un diritto di voto nel non scegliere il candidato e votare con liste bloccate?

La stagione dei diritti è molto lontana e più passa il tempo più la nostra Costituzione viene stuprata e cambiata ad ogni piè sospinto, oltre a dimenticarsi che vi una Dichiarazione Universale dei Diritti Umani firmata il 10.12.1948. E dulcis in fundo vi è il risultato eclatante sul referendum riferito alla cittadinanza: gli ultimi e gli invisibili sono la causa di tutti i mali e sono i nemici. Abbiamo bisogno ancora di più ETICA e MORALE in politica se vi vuole credibilità e dobbiamo pretendere sempre più di ripristinare i diritti per i cittadini.  Francesco Castelgrande